Coronavirus: Fiducia su Cura Italia spazza via appelli di chi chiedeva un dibattito sulla gestione dell’emergenza per le categorie vulnerabili

“Il nostro appello depositato anche come petizione non è stato neanche protocollato, eppure il diritto di petizione costituzionalmente garantito sarebbe uno dei pochi strumenti partecipativi agibili in questa fase di emergenza sanitaria.”

Al Senato voto di fiducia rocambolesco sul decreto legge Cura Italia. Difficile per noi poter commentare un testo, visto che perfino i senatori sono stati chiamati a votare un maxiemendamento ancora in esame in commissione che quindi non potevano conoscere nella sua versione definitiva. Da quello che ci è dato sapere gli appelli della società civile, compreso quello di Certi Diritti e Comitato per i diritti civili delle prostitute per i sex worker in difficoltà a causa del Coronavirus, sono stati sorvolati da una strategia procedurale che ha completamente marginalizzato il Parlamento. Le tante organizzazioni per i diritti umani che hanno scritto e sottoscritto appelli al Governo e al Parlamento esprimono una domanda di democrazia e di partecipazione in questa fase di crisi, completamente ignorata dalle istituzioni
Così Leonardo Monaco, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
Il nostro appello depositato anche come petizione non è stato neanche protocollato, eppure il diritto di petizione costituzionalmente garantito sarebbe uno dei pochi strumenti partecipativi agibili in questa fase di emergenza sanitaria.”
E conclude: “In assenza di misure dello Stato anche in favore dei lavoratori del sesso, le associazioni di sex worker e le unità di strada non hanno avuto altra soluzione che avviare un crowdfunding per poter acquistare generi di prima necessità per le lavoratrici e i lavoratori in situazione di bisogno. Sosteniamo questa iniziativa e non smetteremo di chiedere un intervento legislativo che copra le mancanze che abbiamo cercato di evidenziare in questi giorni”.

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