Torino: basta legittimare istituzioni liberticide. Gemellaggio sia, ma con il popolo russo.
“Fa rabbrividire la coincidenza tra l’annuncio del nuovo protocollo d’intesa tra Torino e San Pietroburgo e la notizia dell’assassinio di un altro giornalista russo, oppositore di Putin, Arkady Babtchenko. Legittimare gli interlocutori istituzionali russi corresponsabili delle più atroci violazioni dei diritti umani da parte del leader Vladimir Putin vuol dire girare le spalle alle migliaia di persone che in tutta la Federazione russa stanno riempiendo le piazze per chiedere democrazia e rispetto delle libertà fondamentali. Se gemellaggio deve essere, lo si stringa con il popolo del cambiamento e con i loro leader preventivamente condannati a morte dal regime.”
Così Leonardo Monaco e Silvja Manzi, rispettivamente segretario dell’Associazione radicale Certi Diritti e tesoriera di Radicali italiani.
“La sindaca Appendino sospenda subito qualsiasi accordo con il governatore di San Pietroburgo, dando un segnale forte alla città roccaforte dell’establishment putiniano passata all’onore delle cronache qualche anno fa per essere stata la prima regione ad aver approvato le cosiddette leggi contro ‘la propaganda dell’omosessualità sui minori’”.
E concludono: “Solo pochi giorni fa a Ginevra, al Consiglio per i diritti umani, il Ministro della Giustizia russo negava la presenza di omosessuali in Cecenia in risposta a una domanda sul pogrom antigay nella repubblica autonoma: quale coerenza da parte della sindaca della capitale italiana dei diritti?”
Aggiornamento: Il giornalista e oppositore di Putin Arkady Babchenko è vivo ed è apparso in conferenza stampa con un funzionario dei servizi segreti ucraini. La morte sarebbe stata inscenata per risalire a chi avrebbe commissionato il suo assassinio.