La Russia nega persecuzione gay in Cecenia. Consiglio d’Europa mandi subito osservatori internazionali.
«Apprendo ora che durante il mio arresto l’ambasciata Russa in Israele ha mandato una lettera al quotidiano Haaretz dicendo che l’indagine su arresti, torture e uccisioni di persone gay in Cecenia si sarebbe già conclusa e che non ci sarebbero vittime di persecuzioni, minacce o violenze», rende noto Guaiana. «Quanto affermato dall’addetto stampa dell’ambasciata russa in Israele è assurdo visto che ci sono vari testimoni intervistati dai media internazionali che raccontano esperienze personali. Queste dichiarazioni provano che il tentativo di consegnare più di 2 milioni di firme raccolte da All Out, insieme al Russian LGBT Network, Avaaz, e change.org era quanto mai necessario e ha colpito nel segno. A questo punto è assolutamente indispensabile che il Consiglio d’Europa mandi subito degli osservatori internazionali per verificare cosa accada veramente in Cecenia», conclude Yuri Guaiana, campaigns manager a All Out e responsabile delle questioni transnazionali dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
«Il ministero degli Esteri italiano non può tacere ulteriormente, si unisca alla pressione internazionale che i suoi colleghi europei stanno esercitando e avvii al più presto procedure agevolate per concedere i visti alle vittime gay cecene», incalza il segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, Leonardo Monaco.