L’EUROPA CHIEDE ALL’ITALIA EDUCAZIONE SESSUALE E TOLLERANZA NELLE SCUOLE. CERTI DIRITTI PLAUDE.

2051045_20160607091159.gifLa Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato oggi il quinto rapporto sull’Italia, nel quale esamina i recenti sviluppi e le questioni ancora irrisolte e formula raccomandazioni alle autorità del paese.
«Il modo più efficace per combattere le discriminazioni e i crimini d’odio è promuovere il rispetto reciproco, per questo applaudiamo alle raccomandazioni dell’ECRI sulla scuola», dichiara Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti. «Garantire la completa indipendenza dell’UNAR è obiettivo cruciale per il Paese ed è giusto che questo obiettivo venga verificato tra due anni. Lo stesso meccanismo di controllo sarebbe stato auspicabile anche per la raccomandazione che chiede di estendere esplicitamente le competenze dell’UNAR alle discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere», conclude Guaiana.
Se l’ECRI si complimenta con l’Italia per la legge sulle unioni civili, nota anche come «le coppie dello stesso sesso in Italia non hanno il diritto di sposarsi» e «non hanno neanche il diritto di adottare bambini in quanto questa possibilità è riservata alle coppie eterosessuali sposate».
ECRI critica inoltre l’Italia perché l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) non è un organo indipendente e il suo mandato è limitato.
Ancora, l’ECRI nota come la questione dell’educazione sessuale nelle scuole, in particolare in materia di identità di genere e orientamento sessuale, rimane materia controversa e incontra forti opposizioni da parte di alcune autorità regionali. Sottolinea anche come «i programmi extracurricolari che coinvolgono insegnanti e bambini unicamente su base volontaria non possono bastare per essere all’altezza della sfida e possono addirittura essere controproducenti».
L’ECRI chiede quindi all’Italia di dare la massima priorità a due raccomandazioni che saranno nuovamente verificate tra due anni:

  • Garantire la completa indipendenza dell’UNAR de jure e de facto.
  • Adottare provvedimenti negli istituti scolastici per promuovere la reciproca tolleranza e il rispetto, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.

L’ECRI raccomanda anche «che le autorità italiane estendano i poteri dell’UNAR affinché le disposizioni giuridiche pertinenti coprano chiaramente la discriminazione basata, tra l’altro, sull’orientamento sessuale e l’identità di genere».
L’ECRI inoltre «invita le autorità ad includere nei programmi previsti dalla legge sulla buona scuola un approccio teso a vietare la discriminazione in senso più lato, coprendo anche altri motivi, come orientamento sessuale e identità di genere, che sono esplicitamente citate nell’Articolo 4.3 della Convenzione di Istanbul».
L’ECRI considera infine che non solo l’orientamento sessuale, ma anche l’identità di genere dovrebbe essere inclusa tra i motivi di discriminazione vietati dal diritto civile, parità di trattamento al lavoro, per proteggere meglio le persone LGBT dalla discriminazione.
 
L’ECRI è un organo di monitoraggio in materia di diritti umani del Consiglio d’Europa, composto da esperti indipendenti, che analizza problemi inerenti a razzismo, xenofobia, antisemitismo, intolleranza e discriminazione fondata sulla “razza”, l’origine nazionale o etnica, il colore, la nazionalità, la religione e la lingua (discriminazione razziale). Elabora dei rapporti e rivolge raccomandazioni agli Stati membri.

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