Dopo l'ordinanza di Grosseto ancora più urgente che il Parlamento risponda all'invito fatto dalla Corte Costituzionale 4 anni fa. A chiederlo sono oltre 20 costituzionalisti.

Il 15 aprile ricorre il quarto anniversario della pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale n.138 del 2010 sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. La Corte ha affermato che all’«unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia» e ha chiaramente invitato il Parlamento ad intervenire su questa materia dando «riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri» a tale unione.
Tuttavia il Parlamento ha ignorato negli ultimi 4 anni l’invito dell’Alta Corte compiendo un gravissimo sgarbo istituzionale. L’anno scorso anche il presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, ha chiesto al Parlamento di essere più attento agli “inviti” che arrivano dalla Consulta.
Dopo l’Ordinanza del Tribunale di Grosseto del 3 aprile 2014 che ha accolto il ricorso di due italiani che si erano sposati a New York, ordinando la trascrizione del loro matrimonio, l’urgenza di una «una disciplina di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri dei componenti della coppia» omosessuale è ancora più evidente.
In occasione del quarto anniversario della pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale n.138 del 2010 l’Associazione Radicale Certi Diritti ha promosso un Manifesto-Appello in cui si chiede al Parlamento «di rispondere al più presto alla Corte Costituzionale approvando subito una disciplina di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri delle coppie di persone dello stesso sesso e delle famiglie omogenitoriali, riconoscendo un diritto fondamentale da troppo tempo ignorato». Primi firmatari dell’appello sono 26 giuristi italiani tra cui i professori Andrea PugiottoVittorio Angiolini e Marilisa D’Amico. Da oggi sarà possibile sottoscrivere l’appello sui siti www.certidiritti.org.
Inoltre, l’Associazione Radicale Certi Diritti, insieme al sen. Sergio Lo Giudice, ha inviato a tutti i parlamentari alla loro prima legislatura, ai membri delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, nonché ai membri della Commissione Diritti Umani del Senato il libro «Dal cuore delle coppie al cuore del diritto» che trascrive l’udienza del 23 marzo 2010, da voce a due coppie, una delle quali ha fatto ricorso anche alla CEDU, propone una riflessione del segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti e offre una ricca appendice documentaria. Nella lettera di accompagnamento, il segretario dell’Associazione Radicale Certi DirittiYuri Guaiana, ha scritto: «L’Associazione radicale certi diritti ha da sempre sostenuto la necessità che il nostro Paese compia, come Gran Bretagna, Francia, Spagna e tanti altri Paesi nel mondo, il passo della legalizzazione del matrimonio egualitario perché sarebbe la via giusta per l’applicazione del principio di eguaglianza, sostanziale e non solo formale, per le persone omosessuali e le loro famiglie in Italia. Ma ci rivolgiamo a Lei su una questione diversa, e altrettanto importante, relativa alla necessità che il Parlamento rompa il silenzio di questi decenni, affronti i temi posti dalle proposte di legge presentate e dopo aver ascoltato tutte le parti, legiferi, rispondendo al richiamo della Corte ed alla legittima richiesta di centinaia di migliaia di persone che oggi vivono senza alcun riconoscimento giuridico o ricorrendo al matrimonio ed ai patti di solidarietà che all’estero possono essere contratti anche da cittadini e cittadine italiane».
Il Senatore Sergio Lo Giudice ha scritto: «Credo che il tema trattato sia di grande interesse per chi svolge il mestiere di parlamentare avendo a cuore i diritti delle persone e fidando nel ruolo delle Camere come motore di progresso civile del Paese. […] Certo che la lettura del libro potrà essere uno strumento utile per il nostro lavoro, Te lo invio insieme all’auspicio che anche l’Italia possa finalmente superare la sua distanza dal resto dell’Europa sui grandi temi dei diritti civili».

Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti.

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