OMOFOBIA ALLA FACOLTA DI ECONOMIA DI TORINO: NON DEVE ESSERE SOTTOVALUTATA. CHE NE DICE L’UNIVERSITA’ “MODELLO D’EUROPA”?

Dichiarazione di Enzo Cucco, Associazione radicale Certi Diritti

I piccoli fatti di omofobia accaduti presso la Facoltà di Economia di Torino intorno ad una mostra proprio contro l’omofobia organizzata dall’associazione La Jungla, che aderisce al Coordinamento Torino Pride, non devono essere lasciati passare sotto silenzio.

Non si tratta solo di garantire piena agibilità degli spazi universitari ad ogni voce, e non si tratta nemmeno di un gesto di qualche bullo qualsiasi. E’ un segnale molto preciso di intolleranza che bisogna cogliere e contro il quale bisogna reagire.

La Città di Torino, che molto ha fatto sul tema della prevenzione dell’omofobia, deve farsi parte attiva nelle iniziative rivolte agli studenti universitari, del l’Università di Torino come del resto degli Atenei piemontesi, perché anche solo piccoli episodi come questo non passino.

Ma devono intervenire anche Regione e Provincia, ciascuno per le proprie competenze. Così come deve esserci una reazione decisa della stessa facoltà e del rettorato che giustamente si paragona ai migliori Istituti universitari del mondo dove, però (almeno in quelli dei paesi occidentali) esistono gruppi lgbt e molte attività in tal senso.

Il sociologo Florida ha definito la teoria delle tre T per descrivere le condizioni che consentono a un territorio di svilupparsi Talenti, Tecnologia e Tolleranza. Delle prime due T la facoltà di Economia di Torino è polo di eccellenza in Europa. E della terza?

È la prima volta che passi di qua?

Siamo un’associazione che si occupa di libertà sessuali, fuori da ghetti e stereotipi. Non pensiamo di essere una minoranza semplicemente perché ci occupiamo delle libertà di tutti: anche delle tue. Se ti è piaciuto quello che hai letto, torna più spesso: abbiamo tante cose di cui ci occupiamo da raccontarti. Tutte queste cose le facciamo solo grazie a chi ci sostiene. Puoi farlo anche subito.

Dona ora

Vuoi dare una mano?

Iscriviti a Certi Diritti per un anno. Sono 50 euro spesi bene. Per la tua libertà e quella di tutte e tutti. Troppi? Puoi anche donare 5 euro al mese.

Iscriviti

Chi te lo fa fare?

Di darci dei soldi per portare avanti quello che facciamo già adesso senza chiederti nulla? Nessuno: però se nessuno dona o si iscrive per sostenere i costi delle nostre attività, queste attività non si faranno. E saremo tutti un po’ meno liberi e con meno diritti.

Dona ora

Newsletter

Iniziative, appuntamenti…
Rimani in contatto!

Facebook Twitter Instagram Whatsapp