ELEZIONI EUROPEE 2009, DUE CANDIDATI LGBT SULLA STESSA TRINCEA
Si propongo di difendere i nostri diritti una volta eletti, ma di fatto già lo fanno da anni all’interno delle loro associazioni e dei loro partiti. Imma Battaglia e Sergio Rovasio rispondono alle domande dei Cronisti senza Frontiere di Gaya CsF.
IMMA BATTAGLIA E SERGIO ROVASIO: DUE CANDIDATI SULLA STESSA TRINCEA…
ELEZIONI EUROPEE 2009, DUE CANDIDATI LGBT SULLA STESSA TRINCEA
Si propongo di difendere i nostri diritti una volta eletti, ma di fatto già lo fanno da anni all’interno delle loro associazioni e dei loro partiti. Imma Battaglia e Sergio Rovasio rispondono alle domande dei Cronisti senza Frontiere di Gaya CsF.
IMMA BATTAGLIA
IMMA BATTAGLIA: Fondatrice e Presidente dell’Associazione DìGayProject. Da anni in prima linea nella lotta per i diritti delle persone LGBT. Si presenta come candidata al Parlamento europeo con “La Sinistra” VERDI/SD.
– Parlamento europeo, elezioni 6 e 7 giugno 2009. Tre ragioni per cui la comunità LGBT voterebbe per te: Nel caso venissi eletto/a, quali saranno i primi interventi che ti proponi di fare per la nostra comunità? Proporrei una conferenza europea sul caso italiano e il mancato rispetto di diritti e libertà civili in Italia. Credo che solo una pressione europea vera e organizzata possa mettere in risalto i ritardi italiani che ormai sono agli occhi di tutti noi scandalosi. Organizzando poi punto per punto tutti gli obiettivi da raggiungere a partire dalla legge anti omofobia per arrivare a quella sulle coppie.
– Pensi che i diritti LGBT in Europa siano ben rappresentati? No, non lo sono. Ci sono singoli parlamentari che di volta in volta prendono posizioni, ma non si è mai arrivati a organizzare una vera campagna europea di pressione sull’Italia, né tantomeno di denuncia.
– Quali sono secondo te le azioni che è bene compiere a livello po litico in Italia affinché i nostri diritti vengano finalmente riconosciuti? L’Italia vive una stagione politica di grande pericolo per tutto quello che riguarda le libertà civili. L’abbiamo visto sulla legge sul testamento biologico, quando un singolo e drammatico caso ha mobilitato nel modo peggiore politici e media, mettendo in luce l’assenza di norme e soprattutto un carosello di ipocrisie. Sui diritti lgbt c’è ogni volta uno scontro ideologico di posizioni ormai non più tollerabili sul piano del diritto europeo. Sono convinta che dovremmo organizzare una denuncia internazionale del caso italiano.
– Cosa si potrebbe fare dal Parlamento europeo per dar seguito al riconoscimento dei diritti LGBT in Italia? Lo ripeto, cercare e trovare solidarietà tra gruppi e parlamentari europei di altri paesi e avviare una campagna politica e di comunicazione. Molti paesi europei hanno leggi e prevedono matrimoni o pacs, in Italia non c’è nulla e anche meno di nulla, perché c’è un’opposizione ideologica, non nella società, ma nella casta politica e clericale.
– Pensi che il Vaticano possa comunque interferire con la legislatura europea e con le decisioni prese dal Parla mento europeo? Dipende da quanto la politica lascia che a permeare le sue decisioni siano le direttive vaticane. Questo accade spesso in Italia. L’Europa ha una maggiore possibilità di azione e maggiore senso di laicità.
– Come si potrebbe contrastare attraverso l’Europa, l’omofobia dilagante in Italia? Intanto recependo le direttive in materia e arrivando finalmente ad avere anche qui una legge. Poi lanciando un programma europeo che riguardi innanzitutto i giovani, le scuole, il mondo del lavoro, contaminando la comunicazione di messaggi positivi.
– E per le famiglie di fatto con figli? Quali interventi potrebbero portare giovamento anche nel nostro Paese? Seguire il modello spagnolo dovrebbe essere la priorità. In Italia ci sono sempre più voci autorevoli in termini di diritto che si esprimono a favore dei matrimoni omosessuali e della genitoralità. Lo so che sembra irrea lizzabile. Ma se è vero che la Costituzione non vieta il matrimonio gay dobbiamo sapere guardare lontano e crederci.
– Tre motivi per cui non ti saresti mai candidato/a?
1. Non faccio parte di nessuna casta politica. Mi piace l’idea dell’impegno civile, cosa che si è persa.
2. I media sono interessati a tutt’altro rispetto al confronto di idee e proggrammi. La campagna elettorale l’abbiamo visto praticamente non c’è stata. Si è parlato di tutto tranne che di Europa.
3. Ho sempre amato la libertà dei sogni e degli ideali contro il peso degli accordi e della mediazione finalizzati al raggiungimento degli obiettivi ma poi ho capito che bisogna sporcarsi le mani e non gettare la spugna e così ho accettato, ancora una volta contro tutto e tutti, ho deciso di dare una mano a chi me l’ha chiesta.
SERGIO ROVASIO
SERGIO ROVASIO: Militante LGBT e Radicale praticamente da sempre. Persona vicina alle tematiche dei diritti civili che s’impegna quotidianamente nel riconoscimento di diritti negati nella nostra nazione. Si presenta come candidato al Parlamento europeo con la Lista Bonino-Pannella nella Circoscrizione Centro (Lazio, Toscana, Umbria e Marche).
–Parlamento europeo, elezioni 6 e 7 giugno 2009. Tre ragioni per cui la comunità LGBT voterebbe per te? Perché insieme a molte amiche e amici della comunità lgbtq non smettiamo mai di batterci con forza contro questo becero clericalismo che impedisce a questo paese di fare leggi di civiltà e libertà; perché occorre che qualcuno al Parlamento Europeo solleciti il rispetto delle direttive e della raccomandazioni che l’Italia ignora; perché abbiamo troppe persone in Italia che sono vittime di violenza: le donne innanzitutto e le persone lesbiche, gay e transessuali.
-Nel caso venissi eletto/a, quali saranno i primi interventi che ti proponi di fare per la nostra comunità? Vorrei iniziare da coloro che non hanno nome e di cui nessuno parla mai: i migranti che cercano disperatamente aiuto nel nostro paese e che sperano nella protezione con la richiesta d’Asilo perché lesbiche e gay perseguitati con la galera o la morte nei loro paesi di origine. In particolare dobbiamo muoverci di più per la difesa della dignità e di nuove leggi per le persone transessuali, sempre più perseguitate e offese qui in Italia nell’indifferenza di tutti. Poi ci sono tutti i temi riguardanti le coppie che in quanto tali non hanno diritti, sono ignorate. Chiederei il rispetto delle direttive che il parlamento ha approvato in questi anni e che solo l’Italia non rispetta.
-Pensi che i diritti LGBT in Europa siano ben rappresentati? Penso di si, l’Italia è l’ultimo paese che su questo fronte non legifera né sulle coppie, né contro l’omofobia, né sull’educazione, l’informazione e così via… In Europa ci sono azioni più dinamiche, d’avanguardia che su tutti i livelli sociali e umani interviene per i diritti lgbt. Al Parlamento Europeo c’è un importante integruppo lgbt composto da deputati, funzionari, assistenti che interviene proprio contro le discriminazioni ovunque capitino nel mondo. E’ la famosa lobby gay di cui parlava Bottiglione quando fu cacciato. I radicali della Lista Bonino-Pannella giocano su questo piano un ruolo fondamentale. Per questo è importante dare loro il voto!
-Quali sono secondo te le azioni che è bene compiere a livello politico in Italia affinché i nostri diritti vengano finalmente riconosciuti? Credo che sia l’ora di dare inizio ad azioni di disobbedienza civile così come ci ha insegnato Rosa Parks quando nei primi anni ’50, in piena segregazione razziale, sull’autobus, si sedette in un posto riservato ai bianchi. Con
quell’azione di lì a poco vennero eliminate le leggi razziali. E’ anche per questo che l’Associazione Radicale Certi Diritti, insieme agli avvocati della Rete Lenford, ha lanciato la campagna di ‘Affermazione Civile’ finalizzata all’avvio di azioni legali proprio sul tema del matrimonio gay. Maggiori informazioni su questa campagna le trovate su www.certidiritti.it Quanti più saremo quanto più avremo la possibilità di premere su questa classe politica che se ne frega delle richieste di parte della società. Ci vogliamo ispirare a Milk e urlare il nostro sogno, come faceva Martin Luther King. Contro questa vergogna che vuole le lesbiche e i gay persone diverse, da guardare con diffidenza, da tenere separate dagli et erosessuali. Fino a quando non raggiungeremo l’eguaglianza avremo da lottare.
-Cosa si potrebbe fare dal Parlamento europeo per dar seguito al riconoscimento dei diritti LGBT in Italia? Esattamente quello che hanno fatto i radicali in questi anni, e cioè un lavoro straordinario ma che l’Italia si ostina a ignorare. Al Parlamento Europeo, Marco Cappato, deputato europeo uscente, ora candidato capolista per la Lista Bonino e Ottavio Marzocchi, funzionario radicale della Commissione Libertà Pubbliche, hanno fatto approvare molti documenti che chiedono agli Stati membri di attivarsi contro l’omofobia, per la regolamentazione delle unioni civili e molto altro. Al seguente link c’è gran parte del lavoro fatto su questi temi. Vi consiglio di leggere il documento, del resto il conoscere per deliberare è sempre stato il nostro motto. http://www.certidiritti.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=38&Itemid=126
-Pensi che il Vaticano possa comunque interferire con la legislatura europea e con le decisioni prese dal Parlamento europeo? No, questo è un fenomeno tipicamente italiano, all’estero ridono di queste cose. Quando il papa è andato in Africa e ha detto che l’uso del preservativo non serve contro l’Aids c’è stata in tutta Europa una sollevazione con Spagna, Belgio e Francia che sono anche intervenute ufficialmente contro il Vaticano. In Italia silenzio. Solo noi radicali insieme alla comunità lgbt siamo andati a manifestare in Piazza Pio IX contro questo scandalo ignobile che produce danni contro le persone meno protette e più povere. Il Pe poche settimane fa stava approvando un documento di condanna su questo ma poi per pochi voti non è passato. Il fatto che il Pe e molti stati membri dell’Ue intervengano per la difesa dei diritti lgbt dimostra il grande divario che c’è con lo Stato teocratico vaticano, centrale di finanza e capitali economici.
-Come si potrebbe contrastare attraverso l’Europa, l’omofobia dilagante in Italia? Finora il Pe é stato particolarmente attivo sull’omofobia e sui diritti LGBT: sono state approvate 3 risoluzioni sull’omofobia, alla stesura delle quali ha lavorato Ottavio Marzocchi. La risoluzione sull’omofobia nell’Unione europea, approvata il 18 gennaio 2006, frutto di un compromesso tra i principali gruppi politici del PE, nasceva in reazione ad una serie di eventi preoccupanti avvenuti nei paesi dell’Europa dell’Est, ed in particolare in Polonia, dove il gay pride era stato vietato nel 2005, vari esponenti dei partiti di destra arrivati al governo avevano fatto dichiarazioni violente contro gli omosessuali, mentre il governo aveva deciso di chiudere “l’ufficio del plenipotenziario per l’eguaglianza” paventando di sostituirlo con un ufficio per la protezione della famiglia. Nella risoluzione il PE chiede agli Stati membri di “promuovere e adottare il principio dell’uguaglianza nelle loro società e nei loro ordinamenti giuridici” in materia di coppie dello stesso sesso. Ora la palla è all’Italia. Potrebbe intanto approvare la pdl che è calendarizzata in Commissione Giustizia alla Camera, la cui relatrice è la deputata Paola Concia. Speriamo bene.
-E per le famiglie di fatto con figli? Quali interventi potrebbero portare giovamento anche nel nostro Paese? Noi ci battiamo perché siano equiparate a quelle che vogliono che i finti benpensanti chiamano ‘normali’. Quelle stesse che secondo i divorziati del centro-destra, devono diventare le famiglie del ‘mulino bianco’, con prati e uccellini di sottofondo, che hanno tutte le garanzie. So che sarà difficile ma è questo il nostro obiettivo. Il Parlamento Europeo ha approvato l’8 maggio 2008 il rapporto di Marco Cappato sul rispetto dei diritti umani nel mondo, con 533 voti favorevoli, 63 contrari e 41 astensioni. Tra i punti centrali del rapporto, che commenta i risultati delle politiche europee nell’ambito dei diritti umani nel 2007, vi sono richieste che chiedono di eliminare queste odiose differenze che sono vere e proprie discriminazioni.
–Tre motivi per cui non ti saresti mai candidato – 1) se in Italia non ci fosse stata questa degenerazione; 2) se non avessimo questo clericalismo becero; 3) se avessimo leggi di civiltà sulle unioni civili e il matrimonio gay. Se avessimo queste tre cose sarei rimasto a casa, invece occorre che tutti ci diamo una sveglia, dobbiamo reagire allo status quo. Dobbiamo migliorare questo mondo con impegno e coraggio. Invito tutti voi ad aiutarci. Magari anche solo iscrivendovi all’Associazione Radicale Certi Diritti. www.certidiritti.it
Grazie a te e a chi ha avuto la pazienza di leggermi sin qui. Spero di ricevere il vostro voto.
Gaya CsF per le Elezioni Europee