Firma la lettera a Chiara Appendino: Torino capitale dei diritti? Lo dimostri anche in Russia.
Abbiamo appreso dai giornali che il Comune di Torino starebbe definendo un accordo con la Città di San Pietroburgo e/o altre istituzioni russe per lo scambio culturale e commerciale tra le Città. Le scriviamo nella Giornata internazionale che celebra la nascita del movimento moderno di liberazione perché la notizia ci ha stupito e se confermata ci lascia sgomenti. In assenza di iniziative concrete del Comune, si tratterebbe di iniziative con una Città, e uno Stato, chiaramente e platealmente omofobi. Cosa che contrasterebbe con la storia di questa Città ed anche in contrasto con le sue dichiarazioni ed atti. Offendendo chi, da quasi 50 anni si batte per i diritti e la dignità delle persone omosessuali, lesbiche e transessuali.
FIRMA LA LETTERA ALLA SINDACA APPENDINO
Gentile Sindaco,
Tutto è cominciato nel 2012 con la Legge che vieta la cosiddetta “Propaganda omosessuale” che proprio da San Pietroburgo fu approvata per poi approdare al parlamento della Federazione russa. E quella legge (nazionale come locale) ha prodotto in questi anni repressione e impedimento di iniziative pubbliche sui diritti lgbt, a cominciare dalla celebrazione dei Pride. A questo proposito le inviamo una lettera che nel 2012 inviammo all’allora Sindaco della Città, con un dossier preciso sulla cosiddetta Legge contro la Propaganda. La stessa azione l’abbiamo realizzata in altre città e il Consiglio comunale di Milano votò una mozione di condanna della situazione bloccando il gemellaggio con San Pietroburgo.
Dal 2017 assistiamo allo scandalo ceceno ove esiste una brutale repressione, sparizione e detenzione di persone omosessuali, che hanno sollevato proteste presso tutte le Istituzioni internazionali (ONU e Consiglio d’Europa in testa) ed i principali Stati europei (Gran Bretagna, Germania e Francia) hanno trovato addirittura una copertura (politica e istituzionale) da parte della federazione il cui Ministro degli Esteri ha recentemente affermato di fronte a una Commissione ONU che era impossibile per loro verificare le notizie universalmente note perché mancavano di un elenco di omosessuali residenti in Cecenia, arrivando alla sfrontatezza di chiedere a chi lo ascoltava di fornirne l’elenco.
E sono note sulla stampa nazionale e internazionale dal 2017 ad oggi le campagne che chiedono verità sul destino delle persone lgbti cecene, senza che nessuna risposta sia stata fornita di fronte alle numerose prove esistenti. Compreso il tentativo di una delegazione di attivisti lgbt (tra cui l’italiano Yuri Guaiana) di consegnare una petizione al Governo per chiedere la verità sui fatti ceceni.
Solo recentemente in concomitanza dei Mondiali di Calcio, sono state lanciate ben tre campagne relative alla situazione cecena ed alla realtà di repressione vissuta dalle persone lgbti in Russia: l’Intergruppo lgbt del Parlamento europeo, Amnesty International, All Out. Alleghiamo inoltre a questa lettera l’ultimo Rapporto dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, che risale all’8 giugno 2018, dove è ben descritta la storia di quanto è accaduto e la situazione attuale.
Insieme alla realtà delle persone lgbt in Russia esiste anche il dramma di centinaia di giornalisti ed oppositori politici che in quel paese soffrono una repressione iper documentata da tutte le Istituzioni internazionali sui Diritti Umani.
Non siamo mai stati a favore di boicottaggi o chiusure verso il popolo russo, anzi. E non lo chiediamo adesso. Ma le suggeriamo, tra le iniziative che potrà assumere in contemporanea alla firma dell’accordo, di:
Solo recentemente in concomitanza dei Mondiali di Calcio, sono state lanciate ben tre campagne relative alla situazione cecena ed alla realtà di repressione vissuta dalle persone lgbti in Russia: l’Intergruppo lgbt del Parlamento europeo, Amnesty International, All Out. Alleghiamo inoltre a questa lettera l’ultimo Rapporto dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, che risale all’8 giugno 2018, dove è ben descritta la storia di quanto è accaduto e la situazione attuale.
Insieme alla realtà delle persone lgbt in Russia esiste anche il dramma di centinaia di giornalisti ed oppositori politici che in quel paese soffrono una repressione iper documentata da tutte le Istituzioni internazionali sui Diritti Umani.
Non siamo mai stati a favore di boicottaggi o chiusure verso il popolo russo, anzi. E non lo chiediamo adesso. Ma le suggeriamo, tra le iniziative che potrà assumere in contemporanea alla firma dell’accordo, di:
- prendere chiaramente e pubblicamente posizione contro la repressione delle persone lgbti e delle associazioni, possibilmente in testi sia in inglese che in russo;
- organizzare nei suoi prossimi viaggi in Russia ed a San Pietroburgo incontri con rappresentanti di associazioni lgbt locali;
- farsi promotrice insieme al Museo del Cinema ed al Festival Lovers, di un ciclo di incontri e proiezioni sui diritti delle persone lgbt ed in generale sui diritti e sulla libertà di espressione.Ogni altra sua iniziativa pubblica, concreta ed esplicita di condanna di questa situazione sarà benvenuta. In attesa di conoscere le Sue decisioni in merito siamo a sua disposizione per informazioni ulteriori.Con i migliori saluti,
Enzo Cucco
Direttivo dell’Associazione Radicale Certi Diritti