Mozione XVI Assemblea

Sottoscritta da Uberti, Marchese, Guaiana, Monaco, Mainardi, Di Maio.

L’Assemblea dell’Associazione Radicale Certi Diritti riunitasi il 29 aprile 2023, udite le relazioni di Presidente e Tesoriere, le approva;

ringrazia per il loro contributo tutti i partecipanti intervenuti al dibattito;

denuncia la stagione politica preoccupante in cui la Presidente del Consiglio, il Presidente della Camera e autorevoli membri della maggioranza hanno fatto propri gli slogan della Russia liberticida che vede nelle libertà individuali e sessuali un pericolo per la società;

stigmatizza l’incoerenza del governo Meloni, esemplarmente schierato a difesa dell’Occidente in Ucraina ma che, in materia di diritti, tradisce i valori alla base delle liberaldemocrazie occidentali, rivelandosi più affine alle posizioni nemiche della libertà e omofobe di Putin e Orban;

identifica negli attacchi all’aborto, alle famiglie arcobaleno, ai migranti e in particolare alle persone LGBTI migranti e alle lavoratrici e lavoratori del sesso il comune denominatore di aggressione alle libertà individuali, sessuali e ai diritti umani;

ricordando David Kato Kisule, tra i padri del movimento LGBT in Uganda e membro di Certi Diritti, martire per la libertà sessuale a cui l’attività dell’associazione è dedicata, e denunciando la gravissima emergenza per i diritti umani in Uganda e in Africa, rilancia la petizione per la decriminalizzazione dell’attività sessuale consensuale tra persone dello stesso sesso, sottoscritta da oltre 3.200 persone, che chiede all’Italia di fare tutto ciò che è in suo potere affinché tutti siano liberi di amare in tutto il mondo;

salutando con favore la recente risoluzione del Parlamento Europeo sulla depenalizzazione universale dell’omosessualità alla luce dei recenti sviluppi in Uganda, invita la comunità internazionale a tenere forte la pressione sui Paesi che non rispettano i diritti umani e istituzionalizzano la discriminazione, l’odio e il pregiudizio nei confronti delle persone LGBTI;

deplorando l’inadeguatezza del decreto ministeriale del 4 ottobre 2019, detto dei “Paesi di origine sicuri”, e, alla luce degli ultimi interventi che hanno inserito nella lista Nigeria e Gambia ove l’omosessualità è criminalizzata, così come Costa d’Avorio e Georgia, ove le persone LGBT+ sono fortemente discriminate, rilancia la petizione sottoscritta da oltre 3.600 persone per chiederne la sospensione in attesa di una indicazione normativa che verifichi e rispetti gli elementi e le informazioni in base alle quali valutare ogni Stato prima di considerarlo “sicuro” a tutela del diritto di asilo così come indicato dalla nostra Costituzione;

esprimendo riconoscenza al popolo ucraino, incluse le persone LGBTI, che si battono con coraggio e mettendo in gioco le proprie vite per difendere i valori europei e occidentali, auspica una rapido riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso come chiesto formalmente da migliaia di cittadini ucraini;

esprime solidarietà al popolo iraniano che lotta per la libertà alle donne e alle persone LGBTI iraniane che stanno dando un contributo fondamentale a questa lotta in uno dei paesi più repressivi al mondo;

impegna gli organi dirigenti:

a declinare il tema delle libertà individuali e sessuali, della laicità delle istituzioni e della libertà di pensiero come elemento imprescindibile di lettura, all’interno dei vari fronti d’azione internazionali e globali: migrazioni, sovrappopolazione mondiale e contrasto ai proibizionismi;

a porre in essere gli strumenti utili per il rilancio della battaglia per una riforma complessiva del diritto di famiglia, tra cui le iniziative giudiziarie e gli strumenti di iniziativa popolare e democrazia partecipativa;

a proseguire il percorso avviato insieme alle associazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso per la promozione di una riforma della legge sul lavoro sessuale volontario delle persone adulte, percorrendo tutte le strade possibili – compresa quella giudiziaria – per il superamento dell’impianto attuale e valutando di offrire al Parlamento, in risposta e opposizione al disegno di legge abolizionista, una proposta di legge condivisa sul modello di decriminalizzazione ispirata alla legge neozelandese, che rispetti l’autodeterminazione, le libertà e i diritti di tutte le persone coinvolte;

a dare continuità alle iniziative volte a sostenere le persone intersex e la battaglia per vietare i trattamenti e gli interventi chirurgici di normalizzazione sessuale sui bambini intersex;

a portare avanti il lavoro di sostegno ai richiedenti asilo per motivi di orientamento sessuale e/o identità di genere nella richiesta di protezione in Italia;

a continuare la collaborazione con altre associazioni per una campagna a favore dell’informazione sessuale e dell’educazione affettiva e al rispetto di ogni differenza nelle scuole e ad approfondire il tema delle libertà e responsabilità sessuali dei minorenni;

ad organizzare eventi tematici di approfondimento e sensibilizzazione da tenersi in spazi fisici e online nei mesi successivi all’Assemblea, per il rilancio delle iniziative dell’Associazione;

stabilisce la quota minima di iscrizione a 25€, la quota di iscrizione ordinaria a 50€ e la quota di iscritto sostenitore a 150€.

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