Dunja Mijatović in Italia: un esame sullo stato dei diritti umani

Nel giugno 2023, Dunja Mijatović, Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, ha compiuto una visita significativa in Italia. Questa visita, svolta dal 19 al 23 giugno, aveva lo scopo di valutare la situazione dei diritti umani nel paese. Mijatović, nota per il suo impegno nella difesa dei diritti umani, ha esaminato in un report specifico vari aspetti della società italiana, portando alla luce diverse problematiche e formulando raccomandazioni specifiche.

In seguito alla circolare del governo italiano, emessa nel gennaio 2023, che interrompe la trascrizione automatica dei certificati di nascita esteri per i bambini nati attraverso la gestazione per altri e alla successiva circolare che chiarisce che queste linee guida devono essere seguite anche nei casi di bambini nati con altre tecnologie di riproduzione artificiale, alcuni pubblici ministeri hanno iniziato a contestare retroattivamente la trascrizione dei certificati di nascita di bambini nati da coppie dello stesso sesso. A Padova, almeno 33 madri di 37 bambini hanno ricevuto notifiche che i certificati di nascita, in cui comparivano i nomi di due donne, erano considerati illegittimi. In molti casi, la deregistrazione avviene dopo anni, portando i bambini a ‘perdere’ una madre, e talvolta il loro cognome, da un giorno all’altro.

Il report di Dunja Mijatović, Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, mette in evidenza gravi preoccupazioni riguardo ai diritti dei bambini in Italia, soprattutto quelli nati da famiglie arcobaleno e tramite tecnologie di riproduzione assistita.

Il governo sostiene che i genitori abbiano una via legale per stabilire la genitorialità del secondo genitore, tramite una procedura speciale di adozione (“adozione in casi particolari”). Tuttavia, le organizzazioni LGBTI hanno da tempo sottolineato che queste procedure possono richiedere anni, sono molto costose e dipendono dai tribunali, con esiti che variano da regione a regione.

La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito chiaramente che gli stati devono istituire un meccanismo per consentire il riconoscimento della relazione genitore-figlio per i genitori non genetici, come attraverso l’adozione. Il report di Mijatović conferma che la procedura italiana non è conforme al miglior interesse del bambino e ricorda che anche la Corte Costituzionale italiana ha raccomandato che la legislazione venga modificata di conseguenza per garantire diritti di adozione a tutte le famiglie senza discriminazioni.

In assenza di un’adozione legalmente garantita per tutti, la Commissaria chiede all’Italia di interrompere la deregistrazione dei genitori, come alcuni pubblici ministeri hanno iniziato a fare in risposta al decreto governativo.

Gli attacchi alle famiglie arcobaleno devono essere visti nel contesto di attacchi più ampi da parte del governo alla comunità LGBTI+ in Italia e ai loro diritti fondamentali: attacchi alle scuole che accettano l’identità di genere dei bambini trans nell’educazione, la proposta di legge che vuole sopprimere orientamento sessuale e identità di genere dalla legge che permette di accogliere chi, pur non fuggendo da Paesi in guerra, è in una situazione di rischio, e l’aumento di discorsi d’odio contro le persone LGBTI anche da parte di politici.

A questo propopsito, il report di Dunja Mijatović sottolinea la mancanza di una legislazione adeguata per la protezione contro crimini d’odio e discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, identità ed espressione di genere e caratteristiche sessuali. Mijatović ha raccomandato l’adozione di misure legislative per colmare queste lacune, inclusa la protezione contro i crimini d’odio e la discriminazione. Ha enfatizzato l’importanza di migliorare la consapevolezza e la risposta alla violenza contro le donne LBTI e ha esortato a una maggiore protezione e supporto per le persone LGBTI+ in generale.

Per noi di Certi Diritti, la via da seguire sarebbe il varo di un Piano nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni e l’assistenza alle vittime di discriminazione e crimini d’odio, con un adeguato stanziamento finanziario e un approccio integrato che includa le discriminazioni basate su orientamento sessuale, identità ed espressione di genere.

Continuiamo infatti a sottolineare l’importanza della libertà di espressione come fondamento di una democrazia aperta e avvertire che l’uso di misure censorie potrebbero essere controproducenti nel promuovere l’uguaglianza delle persone LGBTI. Invece, proponiamo misure positive d’informazione e di formazione per accrescere la comprensione e la tolleranza, ritenendo che sanzioni penali siano controproducenti e preferendo l’uso di provvedimenti civili e amministrativi.

Mijatović ha esortato l’Italia a stabilire un comitato indipendente ed efficace per i diritti umani e a allineare il quadro legislativo italiano alle norme del Consiglio d’Europa sulla lotta all’intolleranza e alla discriminazione contro le persone LGBTI+. Ha inoltre raccomandato misure per rafforzare l’attuazione della legislazione antidiscriminatoria e per garantire finanziamenti adeguati e stabili per l’attuazione delle strategie nazionali e dei piani d’azione per la parità di genere e la lotta alla violenza contro le donne.

La Commissaria per i diritti umani sottolinea anche l’importanza di un’applicazione coerente del quadro giuridico in materia di asilo per quanto riguarda la protezione delle persone vulnerabili. Ha espresso preoccupazione per la cooperazione dell’Italia con paesi come la Libia e la Tunisia, dove i diritti umani sono spesso a rischio. Secondo noi, questo vale chiaramente anche per le preoccupanti mosse del governo italiano di sopprimere orientamento sessuale e identità di genere dalla legge che permette di accogliere chi, pur non fuggendo da Paesi in guerra. In base al diritto dell’UE, l’Italia ha diversi obblighi di fornire protezione ai gruppi vulnerabili, compresi quelli basati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

La Commissaria esprime preoccupazioni anche per recente aggiunta di Nigeria, Gambia e Costa d’Avorio all’elenco dei paesi di origine sicuri nonostante le sistematiche violazioni dei diritti delle dei diritti delle donne in questi Paesi. Secondo noi, questo vale chiaramente anche per le persone LGBTI, in quanto nella lista italiana dei cosiddetti Paesi sicuri ve ne sono ben 7 che criminalizzano l’omosessualità: Tunisia, Algeria, Marocco, Senegal, Ghana, Nigeria e il Gambia. Su questo è in corso una nostra campagna a cui invitiamo a dare il vostro sostegno.

La visita di Dunja Mijatović in Italia ha messo in luce importanti questioni relative ai diritti umani, evidenziando aree in cui il paese deve migliorare. Le sue raccomandazioni offrono una guida chiara su come l’Italia possa avanzare nella protezione dei diritti di tutti i suoi cittadini, in particolare quelli appartenenti a gruppi vulnerabili come la comunità LGBTI+. È fondamentale che il governo italiano prenda seriamente in considerazione queste raccomandazioni per promuovere una società più giusta e inclusiva.

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