Sostegno a Keshet Italia
Come Certi Diritti ci teniamo a rilanciare e condividere la lettera ricevuta da Keshet Italia, l’unica organizzazione ebraica LGBTI in Italia dedicata alla promozione della piena parità e inclusione delle persone ebree LGBTI nelle comunità ebraiche e negli spazi queer, lettera che tocca temi cruciali e riflette valori che anche la nostra associazione sostiene con convizione.
Keshet Italia esprime preoccupazione circa l’uso dell’acronimo della comunità LGBTI in contesti non legati ai temi delle sue rivendicazioni, con particolare riferimento alle recenti manifestazioni pro-Palestina:
Nel sottolineare la natura composita e diversificata della nostra comunità in termini di esperienze, sensibilità e opinioni, è essenziale evidenziare che le organizzazioni coinvolte in tali manifestazioni lo fanno a titolo individuale e in base alle loro opinioni sulla politica estera, senza rappresentare l’intera realtà Queer.
Anche noi riteniamo importante che le diverse opinioni all’interno del movimento LGBTI su questioni politiche generali, tanto più se su questioni di politica estera così complesse come il conflitto in Medio Oriente, siano riconosciute e rispettate.
La lettera denuncia il silenzio rispetto ai massacri del 7 ottobre ad opera di Hamas sulla popolazione israeliana e riguardo ai trattamenti discriminatori verso le persone LGBTI in Palestina, così come gli slogan antisemiti che si sono potuti ascoltare durante le manifestazioni. È essenziale che, nel nostro impegno per l’uguaglianza, non trascuriamo o ignoriamo le forme di discriminazione e pregiudizio, compreso l’antisemitismo, all’interno delle nostre comunità.
La lettera rimarca la distinzione tra la critica legittima verso il governo israeliano e l’antisemitismo che è sempre inaccettabile: le critiche politiche non devono mai trasformarsi in attacchi contro un’intera comunità o identità.
Alcuni dei comunicati pubblicati online delle organizzazioni LGBTQIAK+ negli ultimi mesi, non solo proiettano i peggiori pregiudizi antisemiti su Israele in quanto maggiore collettività ebraica del mondo, ma falliscono nel differenziare le nostre identità ebraiche dalle politiche del governo israeliano e nel riconoscere la differenza tra la Stella di David, quale millenario simbolo ebraico affisso sulla bandiera arcobaleno, e la bandiera d’Israele che ha adottato questo simbolo solo successivamente. Troppo spesso ci è stato detto che questo è un simbolo utilizzato anche da Israele, e ci siamo chiestз con quale diritto queste persone possano scegliere quali debbano essere i simboli che rappresentano la nostra comunità. È ormai inoltre luogo comune per alcune organizzazioni LGBTQIAK+ non considerare le persone ebree come una minoranza svantaggiata, ma avvalersi dei più antichi stereotipi antisemiti che la dipingono detentrice di un presunto “privilegio ebraico”.
Noi di Certi Diritti crediamo fermamente nel potere del dialogo e della nonviolenza (che è cosa diversa dal pacifismo). Solo attraverso la comprensione e il rispetto reciproco possiamo costruire una comunità veramente inclusiva e solidale.
La lettera di Keshet Italia è un promemoria potente dell’importanza di rimanere vigili contro tutte le forme di discriminazione e di lavorare insieme per un futuro di maggiore inclusione e comprensione. Da Certi Diritti, ci impegniamo a sostenere questi valori e a lavorare a fianco di organizzazioni come Keshet Italia per realizzare questi obiettivi, anche affrontando l’antisemitismo all’interno delle nostre realtà.