Stop alle mutilazioni genitali

Nella Giornata Mondiale contro le orribili pratiche di infibulazione e mutilazioni genitali femminili non possiamo non ricordare gli interventi di modificazione dei genitali eseguiti sui bambini intersex, interventi che pure chiediamo di fermare.

Le persone intersex, nate con variazioni fisiche delle caratteristiche sessuali, sono sottoposte in età neonatale o infantile a operazioni chirurgiche quali clitoridectomie, varie forme di genitoplastica o gonadectomie che costringono all’assunzione di farmaci ormonali per tutta la vita. Si tratta di procedure chirurgiche irreversibili eseguite senza il consenso informato dei soggetti sui cui sono praticate e in assenza di reali necessità mediche che non rispondano a logiche di pura normalizzazione.

Proprio come le mutilazioni genitali femminili, le mutilazioni genitali eseguite sulle persone intersex sono legate alla prevalenza di stereotipi sul corpo, sul sesso e sul genere così radicati da arrivare a consentire di violare l’integrità fisica di migliaia di bambini nel mondo i cui corpi hanno la sola colpa di non rispettare le norme sociali, culturali o legali dei Paesi in cui sono nati.

Da anni Certi Diritti è impegnata sul tema intersex e ha avviato un percorso di dialogo e confronto fra la comunità intersex e quella dei medici. Nel 2016 il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha ammonito l’Italia per le pratiche di mutilazioni genitali intersex denunciando tali pratiche come una violazione dell’art. 17 CRPD sulla “Protezione dell’integrità della persona”.

Oggi, ancora una volta, chiediamo al Parlamento di avviare il dibattito per una legge che garantisca l’integrità fisica, l’autonomia e l’autodeterminazione ai bambini intersex.

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