Diritti figli famiglie omogenitoriali, “discriminazione nel nostro paese frutto del silenzio del legislatore”

La Corte Costituzionale ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Cassazione sull’impossibilità di riconoscere in Italia, perché in contrasto con l’ordine pubblico, un provvedimento giudiziario straniero che attribuisce lo stato di genitori a due uomini uniti civilmente che hanno fatto ricorso alla tecnica della maternità surrogata e, dal Tribunale di Padova, la questione del riconoscimento dello status di figli per i nati mediante tecnica di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata all’estero da una coppia di donne.

Dichiarano Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, e Leonardo Monaco Segretario di Certi Diritti: è arrivato il momento di avere uguali diritti per i bambini delle famiglie arcobaleno. La discriminazione che vige per questi bambini nel nostro paese è determinata da precise responsabilità politiche. Responsabilità del legislatore che ha scelto, dopo tutti questi anni, di non superare gli odiosi divieti della legge 40/04 rimasti ancora in piedi e la totale assenza di una disciplina sulla filiazione all’interno della legge del 2016 sulle Unioni Civili. Pur in attesa delle motivazioni della Consulta, emerge dalla nota stampa di piazza del Quirinale l’ennesimo monito al Parlamento: agire subito nell’interesse di quei bambini che sono in attesa di una legge che riconosca i loro diritti.

Viviamo in un tempo dove si susseguono giorni di crisi di Governo, una grave pandemia è in corso, le persone perdono certezze nelle loro vite e sono costrette ad affrontare nuove difficoltà.

E così il tempo passa e i temi dei diritti della persona continuano ad essere derubricati dall’agenda politica, sia che le persone vogliano fare famiglia, sia che vogliano decidere sulle proprie vite in momenti di sofferenza. Non c’è differenza. È tempo di buone leggi, è tempo che si investa sul futuro di questo Paese con le persone che vogliono esercitare diritti e contribuire a fare crescere un paese democratico.

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