Medico su Facebook: «gay maniaci e pedofili»
«Per me l’omosessualità è una malattia, come le malattie psichiatriche», «Io avevo un gatto che era sospettato essere gay. Questo dimostra che è una malattia». E infine «L’omosessualità può sfociare nella “maniacità” sessuale e nella pedofilia. Parola di medico». A parlare, purtroppo, è davvero un medico: quelli riportati sono commenti diffusi su Facebook da Giovanna Foracchia, dirigente medico fisiatra al Centro traumatologico ortopedico Gaetano Pini di Milano. L’occasione è il post di un certo Gabriele Riva in cui si condanna l’emancipazione omosessuale: «Quando sono nato era proibito essere gay, dopo è stato accettato ma nascosto, dopo è stato accettato e pubblico. Oggi è un orgoglio. Spero di morire prima che diventi obbligatorio», scrive l’autore. E la dottoressa è la prima a rilanciare: «Infatti! Per me è una malattia. I gay sono persone malate molte volte».
La dottoressa Foracchia – classe ’63, originaria di Reggio Emilia – è al Pini dal 2016. Specialista in medicina fisica e riabilitazione, in precedenza ha lavorato in Piemonte e in Canton Ticino. «Affermazioni di questo genere sono aberranti, ancor più se vengono da un medico, e dimostrano quanta strada è ancora da fare nella lotta all’omofobia anche tra chi in teoria ha un maggior livello d’istruzione», dice Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa in Lombardia e neonatologo alla clinica Mangiagalli. «Segnalerò la vicenda all’ordine dei medici perché valuti i provvedimenti da adottare».
«L’Oms ha cancellato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali il 17 maggio 1990. Che a quasi trent’anni da quella storica data un medico lombardo affermi che l’omosessualità sia una malattia, associandola a maniaci sessuali e pedofili, è gravissimo e l’ordine dei medici deve prendere provvedimenti. Ringrazio il consigliere Usuelli per essersi attivato», dice Yuri Guaiana, presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
«Poco più di un mese fa, il 29 maggio 2019 – ricorda ancora Usuelli – l’assemblea generale dell’Oms deliberava finalmente di rimuovere dall’elenco delle malattie mentali anche l’incongruenza di genere, cioè la transessualità. Il mondo si muove in un’altra direzione, compresi i Paesi più indietro in tema di diritti civili. Qualcuno in Italia fa ancora fatica ad accettarlo».