Sex work: attendiamo le motivazioni della Consulta

Le politiche criminali, in quanto ‘politiche’, sono l’espressione di scelte e di precise volontà che devono maturare sulla base delle valutazioni sull’Italia del 2019 e non sul paese del ’55 del secolo scorso.

“E’ stato deciso che la scelta del legislatore del 1958 di punire penalmente le condotte che “ruotano attorno” all’attività di prostituzione (sfruttamento, induzione, ovviamente, e anche favoreggiamento) è compatibile con la nostra Carta costituzionale. E’ tutto quello che per ora ci è dato di sapere dalla nota stampa diramata dalla Corte Costituzionale, per questo attendiamo la sentenza e le relative motivazioni per qualsiasi ulteriore commento. Le politiche criminali, in quanto ‘politiche’, sono l’espressione di scelte e di precise volontà che devono maturare sulla base delle valutazioni sull’Italia del 2019 e non sul paese del ’55 del secolo scorso.”

 

Lo dicono Giulia Crivellini e Leonardo Monaco dell’Associazione Radicale Certi Diritti e Pia Covre del Comitato per i diritti civili delle prostitute.

 

“Faremo tesoro delle motivazioni della consulta per proseguire la lotta per la decriminalizzazione del sex work attraverso tutte le vie disponibili, comprese quelle giudiziarie. Ripartendo dall’ottima legislazione italiana sullo sfruttamento di cui la legge Merlin è la punta di diamante e dalle proposte di riforma delle politiche migratorie, primo vero passo obbligato per il contrasto effettivo al fenomeno della tratta, continueremo a sostenere la decriminalizzazione del lavoro sessuale per la sicurezza e la dignità dei sex worker e dei loro clienti, in risposta allo stigma sociale e al paternalismo di Stato.”

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