CERTI DIRITTI SI SCHIERA CONTRO LA PENALIZZAZIONE DEI CLIENTI DELLE E DEI SEX WORKERS IN FRANCIA

Comunicato Stampa
Roma 19 Aprile 2016
Anche l’Associazione Radicale Certi Diritti prende posizione nei confronti della legge recentemente adottata dal parlamento francese che prevede la penalizzazione dei clienti delle e dei sex workers.
La legge che segue la scia tracciata dal modello svedese di “lotta alla prostituzione” è stata approvata dopo un percorso legislativo travagliato: dopo essere stata bocciata per tre volte dal senato è stata approvata grazie ad una manciata di voti, meno di un centinaio. A nulla sono valsi gli appelli delle associazioni per i diritti delle e dei sex workers e per i diritti umani.
L’ideologia abolizionista è ben presente in questa legge che ancora veicola l’idea che la prostituzione sia sempre e comunque una violenza, mettendo quindi alla gogna tutti i lavoratori del sesso che sono autodeterminati e non sfruttati o obbligati da terzi. Un’ideologia che porta a una gravissima violazioni dei diritti dei principali interessati, le e i sex workers sono ridotti a esche per cercare di cogliere sul fatto i clienti. Come abbiamo potuto osservare in Svezia questo atteggiamento, lungi dal eliminare il fenomeno, ha solo reso più difficile e più rischioso il lavoro di queste persone che hanno visto una riduzione e non un aumento delle tutele.
Per quanto sia stata superata la legge sul adescamento passivo i rilievi critici sono molteplici.
La previsione di un permesso di soggiorno di 6 mesi per le e i sex workers migranti non fornisce alcun tipo di garanzia in ottica di lungo periodo. Cosa succederà alla scadenza? Se non saranno in grado di trovare un lavoro verranno rimpatriate nello stesso posto da dove sono stati prelevate per essere sfruttate? Se il governo francese vuole realmente tutelare le vittime di violenza e tratta dovrebbe prevedere per loro il riconoscimento dello status di rifugiato.
Queste preoccupazioni sono rinforzate dalle clausole legate al erogazione dei fondi previsti dalla legge, 4.8 milioni di euro, un’inezia in relazione al numero di sex workers in Francia, più di 30’000. Solo chi avrà abbandonato il sex work potrà accedere a questi fondi. Dunque, sebbene il sex work sia visto come una violenza sempre e comunque, solo coloro che saranno pentiti potranno accedere alle misure sociali previste dalla legge francese.
“Ancora una volta l’ideologia ha prevalso sul governo reale delle cose. Il modello francese continua a non prevedere nessuna tutela per il sex work autodeterminato e, allo stesso tempo, mette in una condizione ancora più rischiosa le vittime di tratta a scopo sessuale. La strada per il riconoscimento di maggiori diritti e di tutela sia per le e i sex workers che per le vittime di tratta passa per la decriminalizzazione del sex work e non tramite ulteriori forme di criminalizzazione” così Yuri Guaiana, segretario dell’associazione Radicale Certi Diritti.

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