Unioni civili e Convivenze di fatto: un passo avanti, ma verso il segregazionismo giuridico.

gaymarriage_clos600x60011A poco più di una settimana dal deposito, in Commissione Giustizia del Senato, da parte della relatrice Monica Cirinnà (PD) del testo unificato su Unioni civili e Convivenze di fatto, pubblichiamo un documento approfondito di analisi dei vari provvedimenti inseriti nel testo unificato e di valutazione complessiva dello stesso. In generale “il testo non rappresenta una sintesi auspicabile tra parificazione nell’accesso al matrimonio civile e accoglimento di maggiore elasticità nell’istituzionalizzazione del rapporto di coppia. Esso, infatti, non costruisce il prototipo alternativo al matrimonio, di cui vi sarebbe bisogno, e sostanzialmente rinuncia a fare del matrimonio tra persone dello stesso sesso un’occasione per ripensare nel complesso il modello matrimoniale o di unione di coppia e formazione di una famiglia”.

Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: “Facendo un parallelismo, iperbolico, ma calzante, con la vicenda storica degli afroamericani, il nuovo testo, se approvato in questa forma, farebbe passare l’Italia da un regime schiavista a uno segregazionista dove ad essere riservati ad alcuni cittadini non sono più le scuole e i posti sull’autobus, ma gli istituti giuridici e il discrimine non sarebbe più il colore della pelle, ma l’orientamento sessuale dei cittadini. Certo passare da una condizione di totale esclusione a una di «segregazionismo giuridico» è un passo avanti, ma una riforma liberale che riconosca pienamente il principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione, è tutt’altra cosa”.

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