Museveni firma legge anti-gay. La Farnesina si attivi subito, ma una condanna arrivi anche dal Vaticano
Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
Roma, 24 febbraio 2014
Il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha firmato oggi la controversa legge che punisce gli omosessuali recidivi con il carcere a vita e prevede pene anche per chi parla dell’omosessualità senza condannarla o non denuncia le persone LGBTI alle autorità. Ormai è emergenza Africa. Le politiche sinora adottate sono fallite, bisogna escogitarne di nuove con il pieno coinvolgimento dei diretti interessati e sostenere in ogni modo tutte le forze autoctone che si oppongono all’omofobia dilagante nel continente africano.
Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: «La firma del Presidente Museveni promulga una legge che mette in grave pericolo l’incolumità di molte persone LGBTI e a repentaglio l’attività delle stesse ONG che si occupano di diritti umani in Uganda. Facciamo immediatamente nostre le richieste degli attivisti ugandesi, tra queste segnaliamo: la richiesta immediata di una moratoria affinché la legge non colpisca le politiche sanitarie nazionali a detrimento delle persone LGBTI, non accresca la brutalità della polizia e non interrompa il lavoro delle ONG. Chiediamo, inoltre, al Governo italiano di riconoscere il diritto di asilo ai richiedenti LGBTI Ugandesi e a tal proposito, chiediamo di inviare all’ambasciata italiana in Uganda una comunicazione formale, che autorizzai il rilascio dei visti a ogni richiedente LGBTI Ugandese che si senta in pericolo. L’Italia dovrebbe anche spingere i partner europei a rivedere gli aiuti elargiti a favore dell’Uganda e a congelare i fondi diretti alle associazioni sostenitrici della legge. Inoltre, come chiedono sempre le associazioni ugandesi, la nuova ministra Mogherini dovrebbe immediatamente prendere posizione contro questa legge e altre sviluppi preoccupanti del Paese africano come il Public Order Management Act che mina gravemente la possibilità di azione della società civile, la crescente corruzione e la terrificante situazione in cui versano le strutture sanitarie. Ma la legge è stata promossa e voluta soprattutto da leader religiosi cristiani, chiediamo quindi che anche Papa Francesco, insieme a tutti gli altri leader delle comunità religiose presenti in Italia, condannino fortemente questa legge e la criminalizzazione degli atti omosessuali, attivando tutte le missioni in Africa affinché operino in questo senso».