Parlamento europeo chiede agli stati Ue di legalizzare matrimonio egualitario, unioni civili e quelle di fatto
Strasburgo, 12 Dicembre 2011
Il Parlamento europeo ha approvato oggi con 308 voti a favore (socialisti, liberali, verdi e comunisti, una minoranza di popolari), 229 contrari (popolari, conservatori e destre) e 48 astenuti (parte dei popolari) la relazione sulla situazione dei diritti umani nell’Unione europea 2010-2011.
La relazione contiene un intero capitolo sui diritti LGBT, che il PPE aveva tentato di cancellare, ma che é stata confermata dal voto della plenaria. In particolare il PE ha richiesto che gli Stati membri introducano nella loro legislazione il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le unioni civili e quelle di fatto, e che queste siano riconosciute dagli Stati membri; che le norme europee contro il razzismo e la senofobia siano riviste includendo l’omofobia; che la direttiva anti-discriminazione sia sbloccata al Consiglio; che la religione non sia strumentalizzata per bloccare la lotta contro le discriminazioni; che l’UE approvi una tabella di marcia dell’UE per l’uguaglianza per le persone LGBTI; che i Gay Prides siano protetti e sostenuti dalle autorità; che il transgenderismo non sia più considerato una malattia; che i diritti LGBT siano garantiti nella politica di asilo dell’UE.
Il gruppo popolare aveva depositato una relazione alternativa che cancellava ogni riferimento ai diritti delle persone LGBT e che é stata rigettata dal PE con 263 voti favorevoli, 350 contrari e 24 astensioni; il PE ha successivamente approvato la relazione della commissione libertà pubbliche.
I deputati italiani nel gruppo liberale (Italia dei Valori ed altri) hanno votato a favore della relazione; quelli nel gruppo socialista (PD) hanno votato a favore, tranne Silvia Costa e e Patrizia Toia che si sono astenute; gli italiani del PPE (PdL/UDC) hanno votato contro, tranne Iacolino, La Via, Matera, Mazzoni, Motti e Ronzulli, che si sono astenuti.
Certi Diritti si felicita per l’approvazione della relazione, che incoraggia gli Stati europei a legalizzare il matrimonio e le unioni civili tra persone dello stesso sesso, spronando paesi come il Regno Unito e la Francia a procedere speditamente nelle riforme promesse e Stati come l’Italia a seguire l’esempio di eguaglianza di un numero sempre più grande di paesi europei.
Paragrafi sui diritti LGBT contenuti nella relazione Flasikova Benova sulla situazione dei diritti umani nell’Unione europea 2010-2011
48. invita la Commissione a proporre una revisione della decisione quadro sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale, affinché comprenda altre forme di reati generati da pregiudizi, tra cui quelli fondati sull’orientamento sessuale e sull’identità e l’espressione di genere;
49. deplora il fatto che non tutti gli Stati membri hanno recepito adeguatamente la decisione quadro del Consiglio sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale; esorta gli Stati membri a perseguire la xenofobia, il razzismo, il pregiudizio contro gli zingari e altre forme di violenza e odio contro qualsiasi minoranza, compresa l’incitazione all’odio; invita gli Stati membri a garantire che i reati generati dai pregiudizi, come quelli con intenti razzisti, xenofobi, antisemiti, islamofobici, omofobici o transfobici, siano punibili nel quadro dell’ordinamento penale, e che tali reati siano debitamente registrati e oggetto di indagini accurate, che i colpevoli siano perseguiti e puniti, che alle vittime siano offerte assistenza, protezione e un risarcimento adeguati; ricorda che il 1° dicembre 2014 la decisione quadro sarà pienamente applicabile; 50. sottolinea che i principi di dignità umana e uguaglianza davanti alla legge sono le fondamenta della società democratica; deplora l’attuale blocco dei negoziati in seno al Consiglio sulla proposta della Commissione di una direttiva orizzontale che garantisca una protezione globale contro la discriminazione in ogni sua forma; invita il Consiglio ad agire, sulla base dell’articolo 265 del TFUE, e ad adottare la direttiva; 53. invita gli Stati membri a proteggere la libertà di religione o di credo, compresa la libertà delle persone senza religione di non essere discriminate a causa delle eccessive deroghe relative alle religioni nelle leggi sull’uguaglianza e la non discriminazione; Orientamento sessuale e identità di genere
86. invita la Commissione a proporre una rifusione della decisione quadro del Consiglio sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale includendo altre forme di reato generato dall’odio, compreso quello fondato sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’espressione di genere;
87. invita gli Stati membri ad adottare un quadro legislativo nazionale per combattere le discriminazioni di cui sono vittime le persone LGBT e le coppie dello stesso sesso sulla base del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere, e li esorta a garantire l’effettiva attuazione del quadro normativo UE esistente e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea;
88. invita gli Stati membri a registrare e a investigare i reati generati dall’odio contro persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender (LGBT) e ad adottare legislazioni penali che vietino l’istigazione all’odio sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere;
89. accoglie con favore le proposte della Commissione sulla competenza giurisdizionale e sulla legge applicabile agli effetti patrimoniali dei matrimoni e delle unioni registrate; ritiene tuttavia ingiustificata la scelta di due strumenti diversi(13) e di un approccio separato per le unioni registrate e per i matrimoni; ritiene che la stessa scelta in materia di competenza giurisdizionale e di legge applicabile debba valere in entrambi i casi;
90. invita gli Stati membri che si sono dotati di una legislazione relativa alle coppie dello stesso sesso a riconoscere le norme adottate da altri Stati membri e aventi effetti analoghi; ricorda l’obbligo per gli Stati membri di dare piena attuazione alla direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, valida anche per le coppie dello stesso sesso e per i loro figli; accoglie con favore il fatto che sempre più Stati membri abbiano introdotto e/o adeguato le loro norme sulla coabitazione, sulle unioni civili e sul matrimonio per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale subite dalle coppie di persone dello stesso sesso e dai loro figli e invita gli altri Stati membri a introdurre norme analoghe;
91. invita la Commissione a presentare una proposta per il pieno riconoscimento reciproco degli effetti di tutti gli atti di stato civile nell’Unione europea, compresi il riconoscimento giuridico del genere, i matrimoni e le unioni registrate, al fine di ridurre gli ostacoli discriminatori di natura giuridica e amministrativa per i cittadini che esercitano il loro diritto di libera circolazione;
92. invita la Commissione e il Consiglio a intervenire in modo più incisivo contro l’omofobia, la violenza e la discriminazione basate sull’orientamento sessuale, anche chiedendo ai sindaci e alle forze di polizia degli Stati membri di proteggere la libertà di espressione e di manifestazione in occasione delle marce dell’orgoglio LGBT; invita la Commissione a utilizzare i risultati dell’indagine in corso dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) al fine di dare finalmente seguito alle ripetute richieste da parte del Parlamento europeo e delle ONG e a presentare urgentemente la tabella di marcia dell’UE per l’uguaglianza fondata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere da adottare entro il 2014;
93. invita gli Stati membri a garantire la protezione efficace dei partecipanti agli eventi
pubblici LGBT, incluse le marce dell’orgoglio, e ad assicurare che questi eventi possano svolgersi in modo legale;
94. deplora il fatto che le persone transgender siano ancora ritenute affette da malattie mentali in alcuni Stati membri; invita gli Stati membri a introdurre o a riesaminare le procedure di riconoscimento giuridico del genere, sul modello dell’Argentina, e a riesaminare le condizioni (inclusa la sterilizzazione forzata) previste per il riconoscimento giuridico del genere; invita la Commissione e l’Organizzazione mondiale della sanità a depennare i disturbi dell’identità di genere dall’elenco dei disturbi mentali e comportamentali e a garantire una riclassificazione non patologizzante in sede di negoziati relativi all’11a versione della classificazione internazionale delle malattie (ICD-11);
95. accoglie con favore il nuovo complesso di norme in materia di asilo introdotto nella direttiva qualifiche, che include l’identità di genere come motivo di persecuzione; sostiene che il pacchetto asilo debba mantenere la coerenza e includere l’orientamento sessuale e l’identità di genere nella direttiva sulle procedure di asilo; 96. invita gli Stati membri a garantire l’accesso all’occupazione, ai beni e ai servizi senza discriminazioni fondate sull’identità di genere, in conformità alla legislazione dell’UE(14);
97. accoglie con favore l’avvio di un’indagine dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) che raccoglierà dati confrontabili sull’esperienza delle persone LGBT nell’Unione europea e in Croazia;
98. invita gli Stati membri a recepire pienamente la direttiva 2003/86/CE del Consiglio relativa al diritto al ricongiungimento familiare, senza nessuna discriminazione fondata sul genere o sull’orientamento sessuale; ricorda che, secondo la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, le coppie dello stesso sesso rientrano nella sfera della vita familiare(15);
99. ritiene che i diritti fondamentali delle persone LGBT sarebbero maggiormente tutelati se esse avessero accesso a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio; plaude al fatto che sedici Stati membri offrano attualmente queste opportunità e invita gli altri Stati membri a prendere in considerazione tali istituti;