Se la polizia riconosce le coppie gay

Articolo di Sergio Rovasio pubblicato da Gli Altri il 2 novembre 2012

Uno come Fiorito per delle azioni poco nobili lo trovi per giorni e giorni su pagine intere di quotidiani e media di ogni genere dove, alla meglio, ne ricavi questi messaggi: “quello è un ladro”, “la politica fa schifo”, “sono tutti uguali”. Ennò, eh? Non è proprio così. Ci sono realtà politiche che, come piccole formichine, ignorate dai più, agiscono e si muovono facendo una vera e propria rivoluzione sociale e culturale senza che quasi nessuno se ne accorga.

Alzi la mano chi conosce la vicenda della circolare del Ministero degli Interni n. 333 A/9807.E.1/3368-2012 che, rivolta al personale di polizia riguardo la richiesta di trasferimenti, diceva testualmente che «i punteggi previsti per le esigenze del nucleo familiare si intendono estesi alle analoghe esigenze per le eventuali famiglie di fatto, intendendosi per tale quella costituita da due persone di sesso diverso che convivono, more uxorio» e Che, dopo poche settimane, è stata rettificata (con tanto di scuse) includendo tra i beneficiari anche le coppie conviventi formate dallo stesso sesso.

È accaduto, sì, nel quasi silenzio generale, grazie all`impegno e alla testardaggine dell`Associazione Radicale Certi Diritti che, appena saputo della circolare discriminatoria ha scritto all`Osservatorio per la Sicurezza degli Atti Discriminatori del Ministero degli Interni e all`Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni per chiedere un incontro, poi ottenuto.
L`Oscad è uno degli uffici della Polizia di Stato all`avanguardia che si mobilita per davvero quando qualcosa non va, occorre darne il dovuto merito. Come per tante altre iniziative si sono subito mossi e hanno ottenuto un risultato che si può definire rivoluzionario: si equiparano in un atto amministrativo del Ministero degli Interni le coppie gay a quelle eterosessuali riguardo un diritto, quello dei trasferimenti, molto sentito dai componenti delle forze dell`ordine, senza che nessuno, a parte il Giovanardi di turno che ha un po` starnazzato come suo solito, possa opporre ragionevoli opposizioni.

Un`altra delle tante vicende di queste formichine che si occupano di “certi diritti” ha riguardato la storica sentenza 138/2010 della Corte Costituzionale intervenuta per dire alla classe politica di darsi una mossa riguardo il riconoscimento di diritti oggi negati alle coppie conviventi. Il tutto è nato grazie alla campagna di Affermazione Civile lanciata due anni prima a Roma durante il Congresso di nascita dell`Associazione Radicale Certi Diritti che chiedeva alla coppie gay conviventi di andare nei propri Comuni di residenza e chiedere le pubblicazioni per il matrimonio. Quando l`ufficiale di stato civile opponeva il diniego si andava in Tribunale e ben tre di questi hanno rimesso alla Consulta la decisione, arrivando così a quella storica sentenza. Ciò che sul piano del Diritto è rivoluzionario, tra l`altro, è che la Corte in quella sentenza ha pure detto che se la classe politica non si muove si può andare da loro a reclamare i diritti negati dalla mancanza di una nuova legislazione.

Le formichine continuano e avendo come riferimento le Direttive dell`Unione Europea – in questo caso la 2004/38 – che cozzano contro le non aggiornate leggi italiane, hanno assistito alcune coppie gay (quelle che hanno uno dei partner extracomunitario) che, unitesi civilmente o in matrimonio all`estero, hanno chiesto per il partner straniero il ricongiungimento familiare, sempre negato dalle questure con la motivazione che in Italia non è riconosciuto il matrimonio o l`unione civile tra persone dello stesso sesso. Carte e Direttive alla mano è stato fatto un primo ricorso contro la decisione della Questura di Reggio Emilia che aveva negato con la `solita motivazione il rilascio del documento. Il Tribunale di Reggio Emilia ha dato ragione alla coppia e la Questura ha fatto dietrofront rilasciando il documento. Su altri casi altre Questure, l`ultima quella di Roma, si sono adeguate e ora rilasciano il documento richiesto. Ecco un altro grande passo avanti rivoluzionario per il superamento delle diseguaglianze, di cui si sa poco o nulla.

Le formichine stanno continuando anche su altri fronti.
Insieme a Marco Cappato, consigliere comunale Radicale a Milano, stanno tentando di far togliere il gemellaggio di Milano con San Pietroburgo, per denunciare le gravi violazioni dei diritti civili e di libertà votate dal loro parlamento contro i gay. Altro piccolo passo di civiltà.
Inutile dire che Fiorito per quello che faceva riceveva anche un lauto stipendio, quelli dell`Associazione Radicale Certi Diritti invece sono tutti volontari e hanno bisogno del nostro aiuto!

Sergio Rovasio

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