L'Associazione Radicale Certi Diritti ricorda Gore Vidal

E’ morto Gore Vidal
a cura di Sergio Rovasio

Scrittore, saggista, drammaturgo, critico, è stato anche attore, scenografo e regista. E’ stato iscritto al Partito Radicale negli anni 1992, 1993, 1994 e 1995. Ha sostenuto molte delle battaglie dei Radicali, in particolare quelle sull’antiproibizionismo e contro la pena di morte. Grande amico di Emma Bonino e Marco Pannella, aveva partecipato al Congresso del Partito Radicale del 1992 (foto allegata). Si definiva un Riformatore Radicale.

Nelle Primarie del Partito Democratico del 1982 in California per il Senato americano arrivò secondo su nove candidati (con circa mezzo milione di voti).

Gore Vidal è stato membro della direzione di World Can’t Wait, organizzazione che partecipa del movimento per la incriminazione di George W. Bush per alto tradimento.

Nella sua biografia su Wikipedia riguardo il suo impegno politico, tra l’altro, si legge “ha spesso affermato in interviste, articoli, e in un recente libro, che gli americani “sono oggi governati da una combriccola di petrolieri guerrafondai (“oil-Pentagon men” nell’originale) […] Bush padre e figlio, Cheney, Rumsfeld, e così via.” Secondo Vidal, per molti anni questo gruppo e i loro soci hanno tentato di ottenere il controllo delle riserve petrolifere dell’Asia centrale (dopo, sempre secondo Vidal, aver guadagnato l’effettivo controllo delle risorse del Golfo Persico nel 1991). Relativamente agli attacchi dell’11 settembre 2001, Vidal scrive che tali attentati, che afferma essere stati previsti dai servizi di intelligence americani, giustificavano politicamente i piani di invasione dell’Afghanistan(ottobre 2001) dell’amministrazione Bush, preparati precedentemente agli attentati. Sottolinea la mancanza di meccanismi di difesa, incluso il ritardo per l’attivazione dei caccia intercettatori i cui tempi di azione furono molto più lenti di quanto ci si potrebbe aspettare. Se, afferma Gore Vidal, tali mancanze fossero frutto di incompetenza, meriterebbero un congruo numero di corti marziali e uno o due rinunce da parte delle maggiori cariche dello stato. Invece, abbiamo solo una inchiesta su come i “potenziali errori di comunicazione tra agenzie federali … possano aver permesso la realizzazione degli attacchi.” Tali fatti, conclude Vidal, autorizzano l’ipotesi che l’amministrazione di fatto lasciò realizzare gli attacchi, in modo da poter capitalizzare su un evento catalizzatore che gli avrebbe permesso di raggiungere obiettivi politici controversi sotto la falsa bandiera di una Guerra al terrorismo.

Il suo nome completo era Eugene Luther Gore Vidal ed era nato all’accademia militare di West Point il 3 ottobre 1925. Secondo quanto ha dichiarato il nipote al Los Angeles Time è morto nella sua casa di Holliwood a causa di una polmonite, aveva 86 anni. Aveva vissuto per alcuni decenni in Italia, a Roma (a pochi passi dalla sede storica dei Radicali di Via di Torre Argentina, 18) e a Ravello in Costiera Amalfitana, che lasciò dopo che nel 2005 morì il compagno della sua vita Howard Austen.

Grazie all’editore Fazi molte delle sue opere letterarie e di saggistica sono state pubblicate in Italia. Una delle sue opere più importanti è stato il romanzo ‘La statua di sale’ (parla di un giovane americano che si innamora del suo amico), acclamato da André Gide e Christopher Isherwood. Il suo editore non lo volle pubblicare e per questo divenne subito un best seller. Tra le altre sue opere più importanti i libri ‘Giuliano’, ‘La fine della libertà’, ‘Impero’ e The city and the pillar’.

Le tematiche che lo hanno caratterizzato riguardano la sua iper criticità all’amminsitrazione Usa riguardo l’11 settembre e l’intervento in Irak voluto dal Bush. Qualcuno lo ha definito la coscienza critica del paese, non si può non ricordare il suo impegno come persona omosessuale.

 

 

Dal Blog del Senatore Radicale Marco Perduca:

Gore Vidal si iscrisse al Partito Radicale perche’ antiproibizionista e contro la pena di morte.

All’inizio degli anni Novanta lo scrittore e intellettuale americano, che passava lunghi periodi della sua vita a Roma nell’appartamento di Largo di Torre Argentina si iscrisse al Partito Radicale partecipando anche al congresso del 1992 (vedi foto in cui abbraccia Marco Pannella). Tra i vari “scandali” che hanno caratterizzato la carriera di Vidal vi erano le sue idee contro la “guerra alla droga” dei suoi Stati Uniti e contro la pena di morte in quegli anni un argomento tabu nella politica americana. Proprio per le campagne transnazionali antiproibizioniste e abolizioniste del Partito Radicale Gore Vidal fu uno degli oltre 40mila cittadini che, assieme tra gli altri a Eugene Ionesco e Marcello Mastroianni, tra il 92 e il 93 si iscrissero al Partito Radicale consolidandone la presenza in decine di paesi dell’Europa centro-orientale.

Di li’ a poco il Partito Radicale, grazie a quell’iniezione di fondi, avrebbe anche aperto un ufficio a New York e nel 1995 sarebbe stato riconosciuto come organizzazione non governativa presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni unite dove proprio sulla pena di morte mosse i primi passi. Oltre all’impegno letterario Gore Vidal fu anche miltante liberale e libertario del Partito Democratico, nel 1960 fu candidato, senza successo, alle elezioni per il Congresso perdendo per soli 24.000 voti in un distretto tradizionalmente repubblicano sul fiume Hudson, mentre nel 1982 perse contro Jerry Brown nelle primarie del Partito Democratico per il Senato. Anche per questo suo passato politico sui generis Vidal rimase positivamente impresso dalla scelta politica di un altro scrittore e intellettuale, Leonardo Sciascia, che contro ogni conformismo scelse proprio il Partito Radicale per la sua partecipazione politica diretta a livello nazionale. Col passare degli anni, Vidal aveva elaborato una serrata critica agli USA ritenendoli ormai piegati agli interessi del complesso militare industriale lanciando denunce al regime anti-democratico statunitense molto vicine a quelle che Marco Pannella da sempre muove alla partitocrazia italiana. Gli ultimi contatti tra Marco Pannella e Gore Vidal risalgono a qualche anno fa per la campagna “Iraq Libero!” volta a individuare le responsabilita’ politiche del boicottaggio dell’esilio di Saddam Hussein gia’ alla fine del 2002, esilio che avrebbe evitato l’attacco armato all’Iraq.

Fare you well Gore Vidal

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