Il DDL Regionale sulle Coppie di Fatto (lettera agli On. Salvino Caputo e Pino Apprendi dalle Associazioni Lgbt palermitane)

venerdì 2 dicembre 2011

Cari Deputati Regionali On. Salvino Caputo e On. Pino Apprendi,

abbiamo appreso in questi giorni che è stato previsto l’inserimento all’ordine del giorno dei lavori d’Aula per il 12 dicembre del DDL sulle Coppie di Fatto, primi firmatari gli On. Apprendi ed Aricò. Ne veniamo a conoscenza anche grazie alle pubbliche proteste dell’On. Caputo, con annessa minaccia di presentazione di 1000 (leggasi proprio mille) emendamenti per bloccarne la discussione.

E’ con equanime disappunto che, come Associazioni Lgbt componenti del Comitato Palermo Pride e del Coordinamento Stop Omofobia (che raccolgono al loro interno oltre 50 tra Associazioni, Movimenti, Collettivi, Partiti e Sindacati), ci rivolgiamo ad entrambi nell’imminenza della discussione in Aula su questo provvedimento.

Innanzitutto a lei, On. Caputo, per le motivazioni addotte alla sua protesta. Motivazioni tecniche ed ideologiche; in entrambi i casi fortemente opinabili.

Lei non concorda con l’urgenza di tale discussione a causa dei gravi problemi che affliggono le/i cittadine/i siciliane/i ed attendono ancora risposte; ed a causa del fatto che la Regione Siciliana rischia in questo momento l’esercizio provvisorio.

Riteniamo inutile sottolinearle che le Istituzioni Regionali non dovrebbero occuparsi dei problemi secondo compartimenti stagni, bensì esaminando nello stesso tempo istanze e necessità di tutte/i le/i cittadine/i. Voi deputati lavorate in decine di Commissioni che funzionano contemporaneamente e ciascuna con le proprie competenze e specificità. Chi o cosa vi vieta di occuparvi al contempo di Agricoltura, Economia, Attività Produttive e Tutela dei Diritti della Comunità Lgbt? Chi o cosa vi vieta di produrre, discutere ed approvare Leggi in numero plurale che risolvano i problemi di differenti comunità della nostra Regione? Ci rendiamo conto che rassegnandosi alla media di 2 (leggasi proprio due) Leggi approvate per semestre le domande di cui sopra acquistano poco senso, ma questa lentissima attività assai vicina alla paralisi è figlia della gravità reale dei problemi da discutere? O non è piuttosto figlia delle tensioni e delle lacerazioni interne ai Partiti che compongono l’ARS? Tensioni e lacerazioni di cui dovete assumervi pienamente la responsabilità, invece di scaricarla sulle donne e sugli uomini che vi chiedono semplicemente risposte in direzione della Tutela dei loro Diritti.

L’esercizio provvisorio da lei paventato come imminente tragedia, inoltre, è ormai la prassi negli ultimi anni dentro la nostra Assemblea Regionale. Prassi determinata dal clima di fortissimo conflitto che affligge i rapporti tra Assemblea e Giunta Regionale. Ancora una volta, quindi, un problema assolutamente e totalmente vostro; che non dovrebbe ricadere sulle urgenze delle/dei cittadine/i che dovreste rappresentare.

Sulle motivazioni ideologiche: dove e quando è stato stabilito che il compito delle Istituzioni Regionali è quello di salvaguardare la Famiglia Tradizionale? Questa difesa attiene alle sue convinzioni etiche e religiose (che noi rispettiamo profondamente) ma nulla ha a che vedere con le priorità della Regione Siciliana. Le cui Istituzioni hanno il dovere di tutelare TUTTE E TUTTI le siciliane e i siciliani, ivi comprese le persone omosessuali, lesbiche e trans. Che vivono, amano, lavorano, producono, pagano le tasse, vi votano esattamente come chiunque altro. Il vostro dovere dovrebbe essere provvedere al benessere di tutte/i le/i siciliane/i; non quello di tutelare e difendere un credo religioso, un principio etico. Essi attengono solamente le vostre coscienze individuali, non il vostro lavoro di Parlamentari che, ve lo ricordiamo, si svolge al servizio di Istituzioni Laiche.

In difesa di tali convinzioni personali (poco importa in questa sede se esse rappresentano non solo lei, ma una parte anche ingente della nostra comunità), lei minaccia addirittura 1000 emendamenti in aula e una sollevazione popolare a base di gazebo e firme da raccogliere; il che rende spontaneo restituirle la sua iniziale perplessità: preparare 1000 emendamenti, predisporre petizioni e gazebo, raccogliere migliaia di firme sono azioni che richiedono tempo, denaro, energie. Ma come, non era proprio lei a sostenere che sono ben altri i bisogni e le priorità dei siciliani in questo momento? O forse, quando si tratta di difendere quelli che lei definisce i “valori della famiglia”, in quel momento Agricoltura, Economia, Attività Produttive, crisi della Regione e povertà cessano di esistere?

A tal proposito, a lei On. Pino Apprendi, rivolgiamo invece solo una domanda: per difendere il DDL sulle Coppie di Fatto, di cui lei è primo firmatario, da tali attacchi ideologici e da tali minacce di sollevazione popolare, non bastano le raccolte di firme, per quanto eccellenti, e nemmeno gli scioperi della fame. Sarebbe invece decisamente necessario un movimento di opinione che veda collaborare Associazioni, Istituzioni, singole e singoli. Per creare sensibilizzazione sul tema della Tutela dei Diritti delle Coppie di Fatto (eterosessuali ed omosessuali; o non vincolate da legami amorosi). Per poter rispondere alle raccolte di firme con manifestazioni di Piazza altrettanto importanti nei numeri e nel rumore che provocano. Un movimento di opinione che innanzitutto crei informazione sulle realtà plurali che ancora oggi ci ostiniamo a definire Famiglia al singolare. E che crei mobilitazione facendo prima di tutto comprendere che l’estensione di un Diritto a chi ancora non ce l’ha non minaccia in alcun modo i Diritti già acquisiti.

Può spiegarci come è possibile arrivare a tutto ciò quando il suo DDL è nato senza neppure consultare le Associazioni Lgbt? E senza tenere conto di nessuno dei rilievi da noi avanzati dopo aver conosciuto il testo di Legge? In numerose occasioni pubbliche e private abbiamo cercato di far capire che un DDL che prevede solo riconoscimenti simbolici (e ne fa discendere qualche conseguenza altrettanto simbolica) incide pochissimo sui Diritti reali e sul riconoscimento delle Pari Opportunità. Le Coppie di Fatto saranno realmente tutelate se e solo quando il loro riconoscimento sarà accompagnato dalla certezza del pari accesso ai servizi e del pari accesso ai Diritti che nessuno metterebbe in discussione per la cosiddetta Famiglia tradizionale. Fino ad allora, essere resteranno una riserva indiana, se non addirittura coppie di Serie B. Non solo per comune sentire ma, dal 12 dicembre in poi, anche per volontà della Legge.

Dinanzi a tutte queste perplessità, dinanzi a questa ostinazione a non cercare il confronto con le Associazioni e i Movimenti Lgbt (questo DDL non riguarda solo noi, lo sappiamo; ma riguarda ANCHE noi e le nostre vite), quale sforzo potremo mai fare noi per aiutare questo DDL? Quale Movimento di opinione potremo mai essere in grado di mettere a disposizione dell’iter di questo DDL? In poche semplici parole On. Apprendi: quale aiuto potremo mai dare noi Associazioni Lgbt a chi non ce lo ha mai chiesto? Perchè per riattivare il grande e partecipatissimo patrimonio del Pride non basta citarlo in conferenza stampa o nominarlo nel cappello introduttivo della presentazione di un DDL. Quel patrimonio di partecipazione va coinvolto e reso protagonista prima, durante e dopo. Con l’ascolto e col pieno e reale coinvolgimento in fase di scrittura del DDL. Ciò non è avvenuto ed è un vero peccato che questo non sia stato compreso come un limite.

Cordiali saluti, con sincero rispetto per il lavoro di entrambi, nonostante le nostre critiche.

Le Associazioni Lgbt del Comitato Palermo Pride – Coordinamento Stop Omofobia Palermo

 

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