Lettera aperta al sindaco di Bologna Merola

Il responsabile delle questioni europee di Certi Diritti Ottavio Marzocchi, bolognese, presto sposo in Spagna con il suo compagno, ha scritto una lettera aperta al sindaco della sua città Virginio Merola, in merito alle recenti dichiarazioni sulle coppie di fatto, le coppie sposate ed i diritti delle persone LGBT.

Caro sindaco,

Sono un Bolognese, vivo a Bruxelles da oramai 15 anni, lavoro al Parlamento europeo, partecipo ai lavori dell’intergruppo LGBT al PE, sono membro del direttivo dell’Associazione Radicale Certi Diritti. Sono stato all’Euro Gay Pride il week-end scorso e domani saro’ al Gay Pride di Budapest. Sono stato arrestato, dopo avere subito un’aggressione e avere denunciato l’incapacità delle forze dell’ordine nel proteggere i manifestanti, al Gay Pride di Mosca. Ritorno a Bologna frequentemente: per capirci sulla mia bolognesità, faccio la pasta a mano con tagliere e mattarello ed amo Bologna ed i bolognesi, aperti di vedute, di spirito, di cuore.

Leggo con stupore e rammarico le sue confuse, contraddittorie e poco chiare – o forse, al contrario, anche troppo chiare – dichiarazioni in merito alla necessità di “costruire legami di libertà e di solidarietà tra le persone”, al fatto che intende “sostenere le persone che scelgono legami di libertà, di responsabilità tra loro e verso la comunità” attraverso il matrimonio, che “implica un grado di responsabilità diverso rispetto ad altre scelte di convivenza” e la sua critica al prevalere “dell’idea e la pratica della libertà dai legami e dell’esaltazione dell’interesse individuale contrapposto all’interesse generale”. Leggo che tale promozione delle coppie sposate secondo lei “non significa negare diritti alle unioni di fatto” o “negare che per l’accesso alla graduatoria alla casa o ad altri servizi occorra discriminare chi non si sposa; ma è giusto o no prevedere qualcosa in più per chi si impegna in un legame maggiore?”.

Vorrei ricordarle, pero’, che le persone omosessuali, e le coppie dello stesso sesso, non possono, in Italia, sposarsi – né possono unirsi in unione civile, né avere riconosciuta la loro convivenza formalmente, contrariamente alla maggioranza degli Stati europei. La consequenza di quest’arretratezza legislativa causata e voluta dalla classe politica italiana, genuflessa al Vaticano – e non dal popolo italiano, che é in stragrande maggioranza favorevole perfino al matrimonio gay – é discriminatoria per le persone omosessuali.

In tale contesto, il suo “sostegno” per le coppie sposate, per le quali secondo lei sarebbe “giusto” assicurare “qualcosa in più”, oltre a suonare come uno spot bacchettone pro-matrimonio, un po’ vetusto e un po’ papalino, e certamente non da politico progressista, se sarà effettivamente da lei applicato a livello locale, cosa che spero non accada, porterebbe ad una discriminazione aggravata per le coppie conviventi dello stesso sesso, alle quali appunto é negato ogni diritto in Italia se non avere l’accesso alla graduatoria per la casa o per altri servizi, che é stata concessa dale autorità locali a noi omosessuali, ben poca cosa purtroppo, ma cosi’ é nel contesto italiano.

Inoltre vorrei capire: io mi sposero’ con il mio compagno spagnolo quest’estate. Saremo una coppia sposata, come vuole il sindaco Merola. Come ci tratterebbe il Comune, se dovesse applicare il Merola-pensiero? Come una coppia sposata  che merita  di un trattamento “privilegiato” rispetto alle coppie conviventi, oppure come una coppia non sposata, in ragione del fatto che é composta da due omosessuali? E se questo accadesse, non sarebbe forse una chiara discriminazione? Insomma arriviamo al punto: sindaco Merola, lei promuove il matrimonio e vuole fare una restaurazione da Stato della Chiesa imponendo al Comune di applicare privilegi per le coppie sposate, oppure vuole discriminare semplicemente le persone e le coppie omosessuali?

Se lei procederà a eliminare anche questa politica sulle coppie non sposate, ben poco rimarrà della Bologna aperta e civile che conosciamo e della quale siamo orgogliosi, in Italia ed all’estero. Mi dispiace che Bologna abbia avuto una serie di sindaci che l’hanno mortificata, non sapendone rispettare e rappresentare l’apertura mentale, di spirito e di cuore, dei cittadini. Spero che Merola, nella sua prossima ed ennesima nota stampa di spiegazione, sappia spiegare più chiaramente la sua posizione, per i cittadini, per i suoi consiglieri comunali di maggioranza, e per il suo partito, che a questo punto dovrebbe porsi qualche problema in merito a quale sia la politica che intende promuovere a tutti i livelli in merito alle persone LGBT.

Ottavio Marzocchi
Responsabile questioni europee di Certi Diritti

PS: caro sindaco, il 20 agosto mi sposero’ in Spagna. Il 28 agosto saro’ a Bologna per festeggiare con la mia famiglia italiana e spagnola, amici e compagni da tutta Europa. Parteciperà anche l’assessore che ci avrà sposato e ripeterà la cerimonia. Spero di non dovere il 29 agosto portare tutti i miei ospiti italiani, spagnoli ed europei, a fare una manifestazione sotto al Comune contro le discriminazioni del sindaco nei confronti delle persone LGBT.

PS2: caro sindaco, le chiederei anche io “solo di provare di nuovo a chiamare le cose con il loro nome perché la politica sia utile ai cittadini per costruire legami di libertà e di responsabilità fra le persone”: rifletta prima di fare dichiarazioni come quelle odierne, in un contesto nel quale le persone omosessuali sono bersaglio continuo di scherno, aggressioni verbali e fisiche, come quello italiano: si risparmierà questa telenovela di note stampa, precisazioni e contestazioni. Lo faccia per i cittadini

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