Cedu. Certi Diritti: l'Europa accoglie le nostre tesi e condanna l'Italia per violazione del Diritto al rispetto della vita privata e familiare delle coppie dello stesso sesso

gay«A furia di ignorare i moniti della Corte Costituzionale, di tentennamenti e retromarce, l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, all’unanimità (!), per la violazione del diritto umano fondamentale al rispetto della vita privata e familiare delle coppie dello stesso sesso, come sostenuto da noi di Certi Diritti. Non c’è proprio più tempo, il Parlamento ascolti l’Europa e approvi subito una norma che riconosca a tutte le coppie omosessuali il proprio diritto alla vita famigliare e gli stessi diritti e doveri delle coppie sposate», questo il commento a caldo di Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione radicale Certi Diritti alla sentenza CEDU Oliari e altri vs Italia (nn. 18766/11 e 36030/11)
«Le nostre osservazioni – continua Guaiana – sono state riprese e valorizzate in vari passaggi della sentenza e per questo ringrazio il nostro collegio giuridico composto dagli avvocati Nicolò Paoletti, Filomena Gallo, anche segretario dell’Associazione Luca Coscioni e Claudia Sartori».
Dure le parole della Corte EDU la quale ritiene che «Il Governo Italiano abbia fallito nel rispettare il proprio obbligo positivo di assicurare che i ricorrenti abbiano a disposizione uno specifico quadro legale che fornisca loro il riconoscimento e la protezione delle loro unioni dello stesso sesso.”
«È importante notare – prosegue Guaiana – che la CEDU ha ora messo l’Italia ‘sotto il controllo del Comitato dei Ministri’, per verificare che vengano varate ‘appropriate misure […] per rispettare la loro [di tutte le coppie dello stesso sesso, ndr] vita privata e familiare. Inoltre, pur la Corte EDU ribadendo che la Stato italiano non ha l’obbligo di estendere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso, non esclude questa possibilità e richiede comunque una protezione del loro diritto alla vita familiare più o meno equivalente a quella garantita dall’istituto matrimoniale».
«Ringrazio le nostre coppie di Milano, Gianmario e Riccardo e Roberto e Riccardo, per la perseveranza e per averci messo la faccia nonché i legali di tutte le coppie – Marilisa D’Amico, Massimo Clara, Cesare Pitea e Alexander Schuster – per il loro eccellente lavoro», conclude Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
«E’ sconvolgente vedere lo Stato che ami condannato per il suo accanirsi in politiche di emarginazione e svalutazione dei propri stessi cittadini. Questa sentenza è l’ennesima dimostrazione che ci sono solo cattivi motivi per mantenere milioni di persone in uno stato di necessità inutile e ingiustificabile. Spero nella ferma volontà dei politici italiani di convertirsi ad una pratica edificante, e che vogliano procedere verso una legge che chiarisca l’uguaglianza di tutti i cittadini. Abbiamo vinto questa causa, vinceremo ogni altra iniziativa giuridica volta a scardinare qualsiasi principio di disuguaglianza che possa insinuarsi nella legge italiana. Perciò a chi dice che le priorità sono altre, rispondiamo che sarebbe ora di smetterla di mettere i bastoni tra le ruote. Dedichiamo questa vittoria a tutti i cittadini e cittadine che ogni giorno sconfiggono, con le loro azioni quotidiane, mafie, corruzioni e ingiustizie di ogni sorta» dichiarano Gian Mario Felicetti, già membro del direttivo di Certi Diritti, e Riccardo Z. una delle coppie ricorrenti.
«Accogliamo la notizia proveniente dalla Corte EDU con soddisfazione, ma anche con il rammarico che in Italia il riconoscimento dei diritti civili debba passare sempre e solo per via giudiziaria nazionale o internazionale. Chiediamo da anni alla politica un passo concreto. La politica è silente. La soluzione unica è il matrimonio ugualitario e la nostra lotta si concluderà solo con questo traguardo» affermano Roberto Zacheo e Riccardo Perelli Cippo, una delle coppie ricorrenti di Certi Diritti.

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