RADICALI / ROHUANI: I DIRITTI UMANI NON SONO IN VENDITA #DITELOAROHUANI.

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Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti
Roma, 26 gennaio 2016
Era il marzo del 2008 quando nasceva la nostra associazione, pochi mesi dopo l’impiccagione in Iran del ventunenne Makwan Moloudzadeh. In molti si erano mobilitati per fermare la mano del boia verso quel ragazzo accusato di sodomia all’età di 13 anni e condannato a morte nel luglio 2007, condanna eseguita a dicembre 2007.
Tra i reati che motivano le condanne a morte ci sono gli “atti omosessuali”, quelli di cui è stato accusato Makwan.
“Sull’onda emotiva di quell’avvenimento decidemmo di dedicare le attività dell’associazione a Makwan Moloudzadeh, simbolo di coloro che nel mondo vengono incarcerati, torturati o uccisi per il loro orientamento sessuale come David Kato Kinsule, nostro compagno e iscritto ugandese, di cui ricorre oggi il 5 anniversario del barbaro assassinio in Uganda” ricorda Sergio Rovasio, fondatore e primo segretario dell’associazione.
Certo nel 2007 Rohuani non era al potere in Iran ma dalla sua elezione il 14 giugno 2013 si stima che le esecuzioni siano aumentate e ad oggi sono almeno 2.277 i prigionieri giustiziati in Iran. Questi numeri in ascesa classificano l’Iran come il primo “Paese-boia” del mondo in rapporto al numero di abitanti. I numeri delle esecuzioni sono molto probabilmente superiori visto che solo 1/3 delle esecuzioni vengono riportate dalle fonti ufficiali.
Dice Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti: ”E’ anche per Makwan che saremo presenti oggi alla manifestazione al Pantheon per dire al presidente Iraniano più sanguinario di sempre che se mentre in Italia c’è qualcuno che pur di gonfiarsi il portafogli si gira dall’altra parte o è disposto a vestire le statue nude ci sono persone che preferiscono guardare gli assassini dritti negli occhi e si battono per la libertà civile e sessuale di tutti i cittadini, anche dei suoi che non possono manifestare dissenso.”

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