I contratti di convivenza non bastano a garantire il diritto di uguaglianza. Il Legislatore faccia il suo dovere e approvi subito il matrimonio egualitario.

Comunicato stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti.

Roma, 28 novembre 2013

Il 30 novembre il Consiglio Nazionale del Notariato ha indetto la giornata dei Contratti di Convivenza: molto bene, i notai danno prova, civile e professionale, di sensibilità sociale per la tematica delle coppie (anche) del medesimo sesso e decidono di evidenziare le questioni economiche e patrimoniali della loro vita che le coppie possono definire già oggi con contratti privati. Non soltanto, però, non potranno essere risolti con questo strumento tutti i problemi sul tavolo (eredità, previdenza, ecc.), e i notai giustamente sottolineano che per questo occorre una legge, ma risalta ancora una volta la discriminazione della legislazione negata.

Iniziative come questa, così come le tante decisioni dei giudici che – applicando il criterio indicato dalla sentenza 138 della Corte Costituzionale – riconoscono diritti a coppie che vorrebbero ma non possono sposarsi, mettono ancora più in risalto come il legislatore, con la sua latitanza, continui a negare il diritto di uguaglianza alle coppie dello stesso sesso che può essere riconosciuto, lo ribadiamo ancora, solo attraverso il matrimonio egualitario: l’apertura a tutti i cittadini, a prescindere dal loro orientamento sessuale, dell’istituto principe della vita di coppia.

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